A Wip Architetti è stato affidato da un fondo immobiliare riservato a investitori istituzionali (gestito da Dea Capital Real Estate Sgr spa), il progetto per la realizzazione dei nuovi uffici di una multinazionale nel settore energetico all’interno del corpo C del Comprensorio ex Olivetti a Pozzuoli. L’intervento ha interessato una superficie di circa 3.600 mq situata al piano terra dell’edificio oltre a circa 125 mq di soppalco.
Wip ha affrontato questo lavoro con il rispetto dovuto, trattandosi di un pezzo di storia dell’architettura e dell’imprenditoria illuminata: la fabbrica nel verde, o meglio, la fabbrica-territorio (uno degli stabilimenti industriali più belli del nostro Paese) nata agli inizi degli anni ‘50 dall’incontro tra Adriano Olivetti, imprenditore illuminato, e Luigi Cosenza, architetto incaricato dello studio del Piano Regionale della Campania, nasce agli inizi degli anni ‘50.
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A Pozzuoli la fabbrica Olivetti rappresenta un raro esempio di armonia tra architettura industriale e un contesto di straordinaria importanza paesaggistica. Il complesso, si articola in vari corpi di fabbrica caratterizzati da ampie vetrate. La distribuzione a croce richiama una “geometria primaria” perfettamente integrata col progetto di verde ambientale di Porcinai.
L’obiettivo che si è posto Wip Architetti nella progettazione degli spazi è stato quello di mantenerne la vocazione industriale, sia nella scelta dei materiali che nella progettazione impiantistica. Un progetto in linea con le esigenze del cliente, che risponde a tutti gli standard qualitativi richiesti, perfettamente integrato e nel rispetto della qualità architettonica del Complesso ex Olivetti.
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L’area oggetto di intervento è suddivisibile in 3 macro-zone: l’ingresso, il corpo centrale (consistente in piano terra con annessa porzione di soppalco adibita a postazioni di lavoro e sale riunioni) e l’area posta perpendicolarmente al corpo centrale (adibita a postazioni di lavoro, sale riunioni, auditorium e locali tecnici).
Dopo una prima fase di strip out, è stata prevista una ristrutturazione completa degli spazi sia dal punto di vista edile che impiantistico con l’obiettivo di garantire la massima flessibilità. Spazi a tutt’altezza con impianti a vista che diventano parte integrante dell’architettura industriale, perfettamente integrati e nel rispetto della qualità architettonica del sito.
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Per lo sviluppo del progetto, è stata data molta importanza alla luce naturale e al conseguente dialogo tra gli open-space e gli spazi verdi esterni. Sono state sostituite le ampie finestrature, con affaccio sul mare e sul Vesuvio, mantenendo le dimensioni e tipologie originali con look industriale per non snaturare l’architettura del complesso, in linea con i vincoli della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli. Internamente gli ampi open-space sono stati dotati di:
- pareti verdi che valorizzano l’ambiente e sono in grado di purificare l’aria, ridurre i rumori, indurre alla concentrazione e alla produttività, e ridurre lo stress;
- pannelli acustici a soffitto che mascherano parzialmente gli impianti a vista e offrono elevato isolamento acustico.
Il conseguimento di un rapporto armonico tra uomo e natura rappresenta l’unicità della fabbrica di Pozzuoli, pertanto anche il sistema illuminotecnico, curato da Performance in Lighting, è stato concepito in modo da inserirsi rispettosamente nell’operato di alcuni tra i più grandi protagonisti della rinascita dell’industria italiana del secondo dopoguerra.
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L’illuminazione ha un ruolo fondamentale nella valorizzazione e fruizione degli spazi, quindi la fase progettuale ha richiesto una attenta pianificazione in grado di armonizzare tre differenti linee guida:
- grande attenzione al risparmio energetico;
- illuminazione studiata ad hoc per favorire il benessere degli operatori, migliorando l’operatività ed evitando l’affaticamento visivo;
- dialogo dinamico con l’illuminazione naturale che investe l’edificio.
L’intervento di ristrutturazione, il cui focus è stato rivolto al benessere di chi vivrà gli spazi, ha valorizzato e riletto in tono contemporaneo un patrimonio culturale visionariamente concepito e caparbiamente ottenuto già sessanta anni fa. (vb)