Inaugurato a Milano Porta Venezia, in via Melzo 9, il nuovo ristorante delle chef, l’indiana Ritu Dalmia e l’italiana Viviana Varese. Si chiama Spica ed è un locale che abbraccia le diversità, proponendo un percorso gastronomico attraverso quattro aree geografiche: sud est asiatico, sub continente indiano, Europa e America. Un viaggio che dalla cucina si riflette nel progetto d’interior, firmato da Vudafieri-Saverino Partners, studio di architettura con sede a Milano e Shanghai, che vanta una forte esperienza nella realizzazione di progetti per la ristorazione.
Concept del progetto
Gli architetti Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino hanno disegnato uno spazio capace di sorprendere per il mix tra suggestioni delle culture asiatiche e omaggio ai maestri del design meneghino del XX secolo. Il risultato è un ristorante vivace, colorato e dall’atmosfera vibrante, che rispecchia il clima di Porta Venezia, frequentata da un pubblico giovane e dinamico.
Nei richiami alla tradizione meneghina, Vudafieri-Saverino Partners ha unito la libertà, il design radicale e la profonda passione per l’India di Ettore Sottsass, all’eleganza e al rigore del movimento moderno di Franco Albini.
L’arredo presenta evidenti richiami ai grandi maestri della Milano degli anni ‘50/’60: a Franco Albini s’ispirano i due mobili realizzati per l’ingresso e la sala ristorante. In laminato noce, con struttura in ferro verniciato nero e dettagli in ottone, espongono suppellettili che evocano luoghi, ricordi, esperienze dei viaggi delle chef; l’omaggio a Ettore Sottsass è invece evidente dallo stile libero e radicale dei portali che caratterizzano l’architettura del locale e scandiscono gli spazi. In contrasto con la cornice neutra dei soffitti, questi elementi si caratterizzano per carte da parati con motivi colorati e inserti geometrici fluo.
Punti cardinali Vastu
Richiamo al mondo asiatico e alla sua spiritualità arriva anche dal layout dello spazio, realizzato seguendo le regole della dottrina architettonica Vastu,che significa in sanscrito «scienza della costruzione». Una disciplina antichissima, nata in India oltre 5.000 anni fa, secondo cui la costruzione di abitazioni, villaggi e città dovrebbe tenere conto delle leggi e influenze della natura. Gli ambienti di Spica sono disposti verso i punti cardinali raccomandati dal Vastu, così da creare degli spazi capaci di irradiare benessere e armonia.
Ex edificio industriale
Come sempre, Vudafieri-Saverino Partners fa tesoro delle preesistenze: collocato in un edificio industriale con ampie vetrate su strada e sul cortile interno, Spica mantiene segni evidenti del passato, come il pavimento di seminato (integrato con cemento nelle parti mancanti) e un muro riportato al suo aspetto naturale che rende evidenti le stratificazioni del tempo.
La rilettura degli spazi ha inizio dalle sei vetrine affacciate sulla strada: completamente apribili conferiscono respiro e luminosità all’ambiente, creando continuità fra l’interno e l’esterno. Ad ognuna di esse corrisponde una tenda colorata, preludio dell’universo cromatico che caratterizza l’interno.
I clienti sono accolti all’ingresso da un imponente bancone di 8 metri che si ispira ai bar milanesi anni ’60 con uno sfondo di vetro anticato, il piano in ottone polverizzato e la lunga bottigliera sospesa per la cocktail station.
L’adiacente zona lounge si compone di quattro tavoli rotondi, realizzati su disegno degli stessi architetti, che presentano la medesima finitura del bancone. Le poltroncine, così come gli sgabelli del cocktail bar, sono state realizzate da un’azienda indiana e rappresentano un omaggio a Franco Albini, rievocando le forme della sua celebre sedia Luisa.
Design internazionale
Le grandi lampade realizzate su disegno di Andrea Anatasio rievocano la forma di strumenti agricoli tipici indiani, mentre il mobile adibito a service station crea un suggestivo angolo con il pavimento in legno e le piante su ghiaia, dando la sensazione di trovarsi in un piccolo giardino.
Colonne e pareti sono arricchite dalle opere di Jaco Sieberhagenc: l’artista sudafricano ha realizzato una serie di sagome in metallo verniciato nero e tagliate a laser, che rappresentano con ironia i simboli della cultura italiana, dalla moda al design, dall’industria alla gastronomia.
Anche il bagno si distingue per l’atmosfera fresca e colorata, con il lungo lavabo dalla vasca unica e scocca in laminato e gli iconici specchi Seletti.
Chi ha fatto Cosa
Intervento Spica Ristorante Via Melzo, 9 – 20129 Milano
Superficie totale di intervento circa 350 mq
Superficie ristorante e bar circa 160 mq
Progetto Vudafieri-Saverino Partners, Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino
Design team Anna Petrara, Thomas Pedrazzini, Elena Mancinelli
Arredi su misura Mobint
Sedute sedie Pierre Cronje; sgabelli, sedie lounge ed esterni Portsidecafe
Carta da parati Vescom personalizzata su disegno Vudafieri-Saverino Partners
Tavoli interni su disegno Vudafieri-Saverino Partners; esterni Maison du Monde
Lampade a sospensione custom made Andrea Anastasio; a catalogo Foscarini, Tooy; Faretti ristorante e lampade cucina Zumtobel
Laminati Arpa
Piastrelle Ce.si
Specchi Seletti
Pellicole adesive su specchi bar Mh srl
Porte Eclisse – Scrigno – Dierre
Passavivande Ray Dierre
Aria Condizionata Samsung
Giardino interno realizzato da Alessandro Nasti
Specchi bancone bar Camaeti
Credits Nathalie Krag