Il tema della rigenerazione degli spazi dismessi assume una dimensione rilevante non solo a livello nazionale, ove secondo una stima Istat (2016) quasi il 70% dei beni immobiliari pubblici non utilizzati è in stato di progressivo abbandono e degrado e solo il 15% di questo patrimonio ha una reale attrattività di mercato.
Anche a livello territoriale il fenomeno è al centro del dibattito. Eppure le iniziative di riqualificazione stentano a decollare, sia per la difficoltà a individuare gli spazi idonei, sia per problemi economici, ma anche per approcci progettuali.
Nell’ambito della ricerca, promossa da Fondazione CRC e realizzata in collaborazione con Fondazione Fitzcarraldo, è stata affrontata la questione a partire da una prima ricognizione, realizzata in provincia di Cuneo, che ha rilevato circa 450 beni dismessi, un patrimonio eterogeneo con molteplici potenzialità di valorizzazione da esplorare.
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Di questi beni, 127 sono stati segnalati direttamente da enti territoriali, con un ampio coinvolgimento di comuni, unioni montane, ordine degli architetti della provincia, associazioni di categoria e altri soggetti. L’analisi, poi, approfondisce sette casi studio: un ex convento, un ex mulino, un ex ospedale militare, una chiesa, un’ex stracceria e una tettoria mercatale, situati sia in città sia in territori rurali o montani.
Il Quaderno, a partire dall’analisi realizzata, fornisce alcune linee guida operative per istituzioni pubbliche e operatori culturali interessati a promuovere sinergie pubblico-private per progetti di riuso di spazi abbandonati, con il coinvolgimento delle comunità locali.
A livello territoriale, il confronto sul tema prosegue con la realizzazione di un Laboratorio di innovazione promosso da Fondazione CRC e coordinato da Fondazione Fitzcarraldo, un percorso di accompagnamento degli attori locali al fine di promuovere il confronto, approfondire buone pratiche e stimolare soluzioni innovative su temi di particolare interesse e prospettiva.
InvestiRE SGR ha presentato il progetto “Le Corti di Medoro”, che si inserisce nel Comparto ex-direzionale pubblico di via Beethoven a Ferrara, un complesso di circa 48.000 mq, ubicato nel quadrante sud-ovest, completato alla fine degli anni ’80 e sorto come Centro Polifunzionale Integrato.
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L’intervento consiste nel recupero di immobili esistenti, completati e mai utilizzati e in stato di degrado, destinati a funzioni direzionali pubbliche e la loro riqualificazione in alloggi sociali. Il progetto prevede inoltre servizi di vicinato, con ampio mix tipologico e un’offerta abitativa relativa alla locazione a lungo termine e vendita a canoni e prezzi convenzionati.
L’intervento realizzerà la riqualificazione di quattro corpi di fabbrica a destinazione residenziale (188 unità ), una piastra commerciale al piano terra, oltre ad un edificio già completato e destinato a edilizia universitaria, che ospita 155 posti letto. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un ampio parco pubblico attrezzato.
Infine il FIA. Cassa Depositi e Prestiti è impegnata a promuovere e sostenere lo sviluppo dell’Edilizia Privata Sociale, il cosiddetto Housing Sociale, attraverso un fondo di fondi, il Fondo Investimenti per l’Abitare (FIA), di cui è investitore di riferimento (con 1 miliardo di euro capitale, pari a circa il 50% della dotazione finanziaria complessiva), nonché gestore attraverso la controllata CDP Investimenti SGR.
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Il FIA opera attraverso un Sistema Integrato di Fondi (SIF): 29 fondi immobiliari locali, gestiti da 8 SGR, che hanno come investitore di riferimento il FIA (con quote comprese tra il 33 e l’80% del capitale totale) e come co-investitori gli stakeholders del territorio, in primis le fondazioni locali di origine bancaria, ma anche Regioni, Province, Comuni, cooperative di abitazione e sviluppatori privati.
Le risorse complessivamente mobilitate dal SIF sono pari a circa 3 miliardi di euro (moltiplicatore 3X rispetto all’investimento di CDP), grazie alle quali il SIF può essere considerato – a livello mondiale – il terzo intervento per dimensioni attivo nell’ambito dell’impact investing.
L’offerta del SIF traguarda a regime circa 20.000 alloggi sociali oltre a posti letto in residenze temporanee e studentesche distribuiti su tutto il territorio nazionale. Ad oggi sono circa 220 gli interventi realizzati o in corso di realizzazione.
Il programma di Social Housing promuove, in particolare, tre distinte tipologie di interventi: (i) nuovi quartieri di social housing nelle città che offrono alloggi prevalentemente in affitto ma anche in vendita convenzionata alle giovani coppie, alle famiglie numerose o monoparentali, agli immigrati regolari; tra gli esempi più rilevanti: Cenni di Cambiamento, Borgo Figino e Redo a Milano, Vivo al Venti, Cascina Fossata e Nuova Falchera a Torino, le Piagge a Firenze, Padova via del Commissario, le Corti di Medoro a Ferrara, le Corti Perugine a Perugia, Quartiere Stadio a Lecce, Parco Gentile a Bari, Housing Città dei Sassi a Matera; (ii) edilizia universitaria e temporanea, che offre posti letto e servizi agli studenti fuori sede e a coloro che sono costretti ad affrontare un’esigenza abitativa limitata nel tempo; tra gli interventi più rilevanti: Campus Santa Marta a Venezia, Padova via Delù, Ivrea24 e Campus Sanpaolo a Torino, Campus Certosa e Campus Monneret a Milano, l’ostello We_Bologna a Bologna; (iii) strutture socio-sanitarie e le residenze protette per gli anziani autosufficienti e non, tra cui Villa Fastiggi a Pesaro e Civitas Vitae Marche, sulla base di un modello innovativo che vede la longevità come risorsa di comunità .
I progetti sono disponibili nella gallery online di www.urbanpromo.it