L’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) con sede a New York, e costituita oggi da 193 Stati membri (ciascuno dei quali contribuisce con una quota proporzionale alla propria ricchezza), fu istituita dopo la Seconda Guerra Mondiale da 51 Paesi per organizzare e promuovere la pace e la collaborazione fra i popoli. Entrata in funzione il 1° gennaio 1946 a seguito dell’entrata in vigore della Carta delle Nazioni Unite, rappresenta la massima istituzione multilaterale operante a fini politici generali.
L’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra è, dopo il Palazzo di vetro di New York, il più ampio e importante centro operativo internazionale delle Nazioni Unite e costituisce, insieme agli uffici di Vienna e Nairobi, la rete di uffici centrali. Principale sede in Europa, ospita tra l’altro il Consiglio dei Diritti dell’Uomo, nonché l’Alto Commissariato per i Diritti Umani.
La generosa donazione dello stato del Qatar (20 milioni di euro) ha permesso il completo rinnovamento della Sala XIX delle Nazioni Unite a Ginevra che con i suoi 4.000 metri quadrati, una capacità di 800 posti e 320 scrivanie per i delegati degli Stati, è la più grande sala dedicata alle assemblee plenarie, la cui progettazione è stata affidata allo Studio Peia.
Nelle intenzioni e nel risultato, il progetto e la sua realizzazione identificano l’ideale matrice per tutte le future sale Onu, sia come performance funzionali, soddisfacimento di requisiti tecnici, acustici ed ergonomici, con la massima inclusività e flessibilità, innestando nell’architettura le più avanzate tecnologie di audio e video.
La stretta collaborazione e il lavoro di ricerca instaurati da diversi anni tra l’architetto Peia e Casalgrande Padana hanno permesso di sperimentare e creare, con lastre in gres porcellanato, nuovi disegni, effetti visivi, modalità di taglio e posa con espliciti e coerenti riferimenti agli elementi principali della sala e all’edificio, contribuendo a donare unicità a questo progetto.
Le lastre in gres porcellanato di grandi dimensioni nel colore MarteThassos posate con fughe ridotte al minimo, creano l’illusione di una superficie continua, mentre i rivestimenti nel colore Travertino e Travertino Bianco si ispirano a quelli delle architetture storiche dell’Onu di Ginevra.
Alcuni pavimenti sono composti dai colori Pietra del Cardoso e Zinco Titano, alternando superfici lucide e opache, altri sono invece stati trattati a mosaico con variazioni cromatiche casuali che riprendono il tema della maglia triangolare della grande «Duna invertita» in legno che caratterizza la volta della Sala.
La ricchezza delle geometrie e dei pattern tipici della cultura araba, che si fonda su matrici matematiche, è stata reinterpretata in chiave contemporanea attraverso l’iterazione di alcuni elementi geometrici simbolici: la matrice del triangolo e del cerchio fanno parte dell’iconografia e dell’identità specifica del Qatar e allo stesso tempo sono un chiaro riferimento simbolico al dialogo.
L’utilizzo di lastre in gres porcellanato tagliate a triangolo, la dimensione delle fughe a volte nulla tra le grandi lastre per farle sembrare lapidee e le pareti rivestite con specchi, contribuiscono a creare effetti visivi di superfici continue in armonia con l’elegante matericità dei legni, dei bronzi e delle superfici bianche.
L’attenzione ai dettagli, la determinazione nel raggiungere insieme il risultato, gli alti standard qualitativi, la capacità di Casalgrande di adattare e rielaborare materiali e tecniche già consolidate alla pragmatica invenzione del progettista, sono le motivazioni che hanno portato l’architetto Giampiero Peia ad affidarsi a questo marchio anche per la progettazione di un luogo simbolico come la Sala XIX del palazzo delle Nazioni Unite. (vb)