Sta per andare in aula senatoriale il disegno di legge congiunto (1345-11-1072-1283-1306-1514, Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente) che, rispetto alla versione esaminata dai deputati della Camera, si caratterizza per un’ulteriore riduzione di pena per i reati di inquinamento e disastro ambientale se commessi per colpa, anziché per dolo, che scende da un terzo a due terzi. Quindi ravvedersi dopo un crimine ambientale, commesso per colpa e non dolosamente, bonificando le aree contaminate prima che si apra il processo di primo grado, consentirà di evitare la condanna penale in corrispondenza di opere di risanamento eseguite.
È vicino, e comprenderà la possibilità di riscattarsi attraverso uno sconto, l’adeguamento del nostro codice ai cosiddetti eco-reati. Si configura nel testo varato nelle Commissioni Ambiente e Giustizia del Senato la fattispecie di disastro ambientale se si causa l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un eco-sistema o se l’eliminazione delle conseguenze nocive risulti onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali oppure se si fa offesa alla pubblica incolumità determinata con riferimento alla capacità diffusiva degli effetti lesivi della condotta.
Ravvedimento operoso. Scattano aggravanti per l’inquinamento poiché, nel caso in cui dal crimine dovessero derivare lesioni personali fino alla morte di una o più persone, le pene potranno triplicare fino ad un massimo di vent’anni. Tra i punti toccati dai senatori uno riguarda la previsione che i beni confiscati o i loro proventi nell’ambito di processi per eco-reati vengano messi nella disponibilità della pubblica amministrazione competente e poi vincolati all’uso per la bonifica dei luoghi, stabilendo così l’introduzione di un meccanismo di ravvedimento operoso.