A Trieste è sviluppato un vasto processo di riqualificazione della città: vecchie caserme dismesse e Porto Vecchio sono al centro di questa azione di valorizzazione delle aree portata avanti dal comune e dall’Agenzia del Demanio.
Nello specifico della riconversione del patrimonio ex-militare, si sta parlando di dieci beni, inquadrati nell’ambito delle procedure del nuovo Piano regolatore. Su queste aree la riconversione porterà residenziale, terziario e funzioni commerciali. Per quanto concerne l’ex-caserma Duca delle Puglie, la Pineta di Barcola e l’ex-Direzione d’Artiglieria, una volta acquisite è stato ipotizzato l’insediamento di funzioni culturali e pubbliche.
Porto Vecchio. Per quanto riguarda il Porto Vecchio, la strategia fa leva sulla rapida sdemanializzazione del luogo, che appartiene al Demanio marittimo dello Stato. Secondo il progetto proposto dalla società Portocittà spa, nell’area in questione saranno infatti molteplici le funzioni che andranno ad insediarsi, tra le quali alberghi, negozi, spazi espostivi e formativi.
Nell’ambito del nuovo Piano regolatore generale comunale, le aree militari dismesse e la zona dell’antico porto rappresentano dunque le «aree della grande trasformazione» della città triestina. Si tratta di un percorso finalizzato a contrastare i noti fenomeni di degrado cui le aree abbandonate danno origine (fonte di grave disordine ambientale e possibile causa di pericolo pubblico), al fine di generare un impatto multidimensionale, che comprende l’inserimento architettonico, l’indotto economico, la memoria e l’identità socio-culturale.