Un grande fermento sta percorrendo tutto lo stivale. Oltre alla paura e alle tensioni per il terribile Covid 19 con le immense problematiche sanitarie ed economiche derivate, l’altro argomento che è ormai comune a tutti gli italiani è la detrazione fiscale al 110%, il cosi detto Superecobonus.
Ne abbiamo cominciato a parlare con l’uscita del decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020, prima un po’ in sordina, tra tecnici, poi è cominciato un vero e proprio brainstorm di congetture, d’interpretazioni, di Faq, di webinar dove chiunque si auto nominava sedicente esperto e dissertava difendendo a spada tratta questa o quella interpretazione.
Poi il continuo e metodico rilascio d’interpretazioni autentiche di Enea, del Mise,del Mef e dell’Agenzia delle Entrate. Le telefonate tra colleghi non trattavano altro che dell’art. 119, ogni pausa caffè immancabilmente finiva per portare all’art. 119, insomma l’articolo era il perno di tutta la giornata.
Sono cominciate poi le telefonate di clienti, parenti, amici, conoscenti, sconosciuti e chi più ne ha più ne metta che volevano un appuntamento per “capirci qualche cosa in questo Superbonus che avevano sentito ti permetteva di rifare la casa gratis”. Qui cocenti delusioni per molti che si perdevano tra interventi trainanti e trainati e proprio non riuscivano a capire come si potesse cedere il credito o usufruire dello sconto in fattura.
Poi il decreto è diventato la Legge n. 77 del 17 luglio 2020, sono usciti i decreti asseverazioni e requisiti tecnici il 6 agosto 2020 e il quadro si è fatto più chiaro. Le banche hanno cominciato a rilasciare la documentazione relativa ai contratti di cessione del credito e timidamente oggi è possibile ipotizzare, mettendosi al tavolo con un committente, una procedura per programmare un lavoro di miglioramento energetico e sismico.
Le pratiche sono complesse ma credo non sia mai stata data un’opportunità migliore per dare inizio a un lavoro di modernizzazione e messa in sicurezza del parco immobiliare italiano. Penso che la 77 sia una buona legge e che offra a quasi tutti immense possibilità di ridurre i consumi della propria abitazione e di metterne in sicurezza le strutture.
Quale sarà l’esito dell’applicazione non lo posso pronosticare, indubbiamente darà una grande boccata d’ossigeno a imprese e progettisti che vengono da un decennio di crisi profonda ma anche per banche ed Esco a cui si prospetta un ottimo utile.
Sono tutte rose e fiori?, direi di no. Prima di tutto risulta evidente che il termine del 31dicembre 2020 è troppo vicino per programmare un nutrito numero di lavori, il viceministro Alessio Villarosa del Mef ha dichiarato che tale termine sarà a breve convertito come inizio lavori. Potrebbe essere un buon inizio anche se è ampiamente auspicabile un termine a 3 anni, meglio se cinque.
Ritengo ampiamente condivisibile la richiesta fatta da diverse categorie tecniche al fine di condensare in un unico documento tutte le osservazioni, interpretazioni e Faq rilasciate dagli organi competenti in modo da ridurre al minimo i possibili errori e alleviare un po’ la tensione di chi dovrà asseverare le pratiche.
Spero che l’aggravarsi della situazione sanitaria ci permetta di lavorare ma vorrei ricordare a tutti l’effetto sociale di questa legge che è la riduzione dei consumi energetici e la messa in sicurezza delle strutture, un sistema olistico in grado di produrre un risultato di gran lunga superiore alla semplice somma degli interventi effettuati.
di arch. Enrico Ottolini, progettista