
«Il parere della Commissione rende giustizia alle tesi che da tempo andiamo sostenendo con forza. Le professioni tecniche si sono organizzate per combattere contro queste norme che violano il principio secondo il quale la legge è uguale per tutti».
Abrogare l’articolo 31 del ddl concorrenza: questo il parere della Commissione Giustizia della Camera in merito all’articolo che mira a sanare la situazione di quelle società di ingegneria che, contro il dettato di legge, in questi anni hanno operato nel settore privato. Il parere segna un punto a favore della tesi della Rete delle professioni tecniche, che da tempo ha denunciato questa pratica illegale che consente alle società di ingegneria di agire nel settore privato senza ottemperare ai doveri cui sono sottoposte le società tra professionisti, tra cui l’obbligo di iscrizione all’albo, il rispetto del codice deontologico, delle regole della riforma delle professioni e delle direttive comunitarie. Determinando, di fatto, una violazione del principio di concorrenza.

«Qualunque soggetto privato, nei rapporti con una società di ingegneria che non è assoggettata a norme deontologiche che garantiscono tutti i principi sanciti dalla riforma delle professioni, si troverebbe ad operare senza tutela e garanzia. Solo le professioni ordinistiche consentono attualmente tutele e garanzie a favore del committente privato».
Secondo la Commissione Giustizia, «le disposizioni dell’articolo 31 determinerebbero un’evidente condizione «anticoncorrenziale», in aperta contraddizione con lo spirito della legge n. 183 del 2011, più volte richiamata». Infatti esse «sono contrarie ai principi di cui all’articolo 10 della legge n. 183 del 2011 sulle società tra professionisti e ribaditi con la sentenza del Consiglio di Stato n. 103 del 2015, che chiarisce in via definitiva che nessuna società commerciale, al di fuori di quelle previste dalla legge n. 183 del 2011, può svolgere attività professionali riservate ai professionisti iscritti agli albi».