Cna | Le richieste degli artigiani

Sergio Silvestrini: «la crisi ha colpito gli investimenti delle imprese artigiane. Ora chiediamo misure favorevoli alla microimpresa e il blocco dell’Imu»

Secondo una ricerca realizzata in sinergia da Centro studi Cna e Cna Produzione, sono gli investimenti delle aziende ad aver subito la pressione della crisi economica. Alle istituzioni richiesta la riduzione del carico fiscale su imprese e lavoro, oltre alla sburocratizzazione e alla semplificazione amministrativa. Le considerazioni del segretario generale Sergio Silvestrini e la richiesta per il 2016 della conferma dello sgravio contributivo alle nuove assunzioni.

«Manifattura e mercati: le pmi dopo sette anni di crisi» >> è lo studio realizzato da Cna Produzione in sinergia con il Centro studi Cna su un campione di 800 imprese (fino a dieci addetti per il 70% del campione e fino a venti addetti per il 24% del campione). Dall’indagine è emerso un dato fondamentale: sono gli investimenti delle imprese le prime vittime della crisi economica che in questi anni ha messo a terra il Paese.operaio-al-lavoro-in-fabbrica

Stando ai risultati della ricerca, il 50,2% delle aziende interpellate ha spiegato di essersi visto costretto a ridurre gli investimenti per far fronte alla congiuntura economica, il 22,5% ha dato sfoggio alla creatività inventando nuovi prodotti e nuovi servizi, ponendosi alla ricerca di nuovi segmenti di mercato, mentre il 16,8% ha mantenuto la propria capacità produttiva.

Il risultato. Se il 51% delle imprese intervistate ha interrotto un ciclo espansivo, il 27% ha visto un aggravamento di una situazione già compromessa. A subire questa situazione sono soprattutto le microaziende che non esportano e neppure hanno seguito l’iter della collaborazione fra di loro: di fatto erano già in difficoltà negli anni precedenti per l’accelerazione del processo di globalizzazione.

Anche nuove opportunità. La congiuntura, comunque, sul 14% delle imprese non ha avuto pesanti effetti e in sette casi su cento ha addirittura generato delle nuove opportunità. In particolare, si è trattato di imprese più grandi che esportano e che hanno utilizzato l’aggregazione come mezzo propulsivo (più della media del campione).edili2

Innovazione. Risulta un po’ come una parola magica: l’analisi sulla reazione delle pmi alle difficoltà economiche fa emergere che il ruolo dell’innovazione è stato fondamentale per superare la crisi e solamente il 2% delle imprese che non hanno compiuto azioni innovative ha trovato nuove opportunità nel sistema economico, a differenza di quel 18% di imprese che hanno agito sviluppando processi innovativi riuscendo a ricollocarsi positivamente sul mercato.

Aggregazioni formali. Il dato rivela la bassa affezione delle pmi alle aggregazioni formali: ne fa parte infatti solamente il 17,5%. Dov’è da ricercare il motivo di questa situazione? Il 43,8% delle aziende si è giustificato sostenendo che non ha trovato partner ideali, il 38,8% ha risposto che non ha bisogno di partner, l’11,2% ha asserito che la collaborazione formale comporta più vincoli che vantaggi e il 6,2% non ritiene di condividere con altri le conoscenze maturate in anni d’attività.

Sergio Silvestrini | Segretario generale Cna
Sergio Silvestrini | Segretario generale Cna

A Bologna: le richieste alle istituzioni. Il segretario generale di Cna non ha avuto mezzi termini nell’elencare  alcune proposte ritenute fondamentali per dare sostegno a questa ripresa che si sta dimostrando «assolutamente fragile». Sergio Silvestrini, infatti, ha avanzato al Governo e al Parlamento la richiesta di misure realistiche a sostegno delle pmi, che rappresentano il 95% del sistema produttivo, lanciando lo slogan «l’Italia artigiana e non cortigiana». Le richieste sono un po’ quelle di sempre: riduzione del carico fiscale su lavoro e imprese e semplificazione amministrativa. In particolare, Silvestrini è partito nella sua analisi dalla legge delega, «provvedimento da portare avanti, dato che vi sono misure fortemente favorevoli alla microimpresa», e considerando inaccettabile il «differenziale nello sconto sull’Irap concesso al 27% alle grandi imprese che reinvestono e non alle società di persone. Siamo in un mercato in cui si fattura anche quando non si riscuote e c’è necessità di inserire il criterio di cassa per determinare il reddito delle pmi, oltre alla riduzione dall’8% al 2% dell’anticipo delle imposte da versare sui lavori eseguiti».

Capitolo Imu. Il tema che ha riscosso condivisione da parte delle imprese Cna è stato quello dell’Imu: soprattutto quando Silvestrini l’ha considerata «una tassa su uno strumento di lavoro come un disincentivo a investire. Al Governo chiedo di fare in modo che vi sia una deduzione integrale. Non è possibile che solamente gli agricoltori possano evitare l’Imu. Perché non trovare un punto d’equilibrio venendo incontro anche alle esigenze delle piccole imprese artigiane? Questo è uno dei punti che solleciteremo al Governo durante la nostra assemblea nazionale». In particolare, dalla Cna è emersa la volontà di rivendicare la piena deducibilità del reddito d’impresa ai fini Imu per gli immobili ad uso strumentale e la totale eliminazione dell’Imu dai macchinari imbullonati.

Anche split payment, reverse charge e norma inserita nel codice appalti per premiare le imprese che applicano il contratto più remunerativo sono stati oggetto dell’analisi del segretario generale della Cna, che non ha mancato comunque di riconoscere il principio ispiratore del Jobs Act: «si è fatta sparire la contrattazione autonoma e si è lasciata solamente la contrattazione di Confindustria. Non si era mai visto che un potere politico intervenisse in modo così maldestro in un’operazione di questo tipo. Il Jobs Act ha funzionato e le nostre imprese stanno assumendo. Resta il fatto che è importante che nel 2016 venga confermato lo sgravio contributivo alle nuove assunzioni».

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