Villa Imperiale di Terralba, eretta nella seconda metà del XV, subì nel secolo successivo radicali trasformazioni a livello architettonico. A quest’epoca risale la gran parte dell’apparato decorativo interno ancor oggi visibile e parte di quello ancora presente sui prospetti. Modifiche ulteriori, anche se di minore entità, si sono avute nei secoli successivi sino ad arrivare alle ultime risalenti ai primi anni del ‘900.
Problematiche riscontrate. Al momento del restauro nel 2003, la facciata anteriore presentava una decorazione d’inizio novecento molto dilavata che consisteva in una generale ritinteggiatura di color ocra. Tale colore, in netto contrasto con quanto ritrovato della partitura cinquecentesca, era stato scelto per accordarsi cromaticamente con la colorazione della malta idraulica utilizzata per realizzare gli ampi rifacimenti d’intonaci e decori in stucco cinquecenteschi.
Il progetto di restauro
Eliminazione della tinteggiatura degradata color ocra.
Conservazione di tutto l’intonaco in buone condizioni, anche se dovuto a integrazioni successive di quello cinquecentesco.
Integrazione della decorazione effettuata seguendo le incisioni sugli intonaci cinquecenteschi e in parte in base alla documentazione fotografica conservata in archivio.
Pulitura degli intonaci. Dopo un lavaggio del prospetto con acqua deionizzata a bassa pressione, si è riscontrato che parte dell’intonaco era coperto da una pellicola di tinta a base di silicati; questa ricopriva, in particolare nelle facciate verso il ninfeo, una decorazione policroma e nella facciata principale verso il parco, una decorazione in bianco e nero. Dopo varie prove di pulitura, sono state individuate le tecniche migliori per eliminare lo strato di pittura recente senza compromettere però lo strato pittorico sottostante. Tali prove, nel caso specifico, si sono rivelate estremamente importanti per la progettazione di dettaglio che ha permesso un’azione capillare molto efficace.
La pulitura ha interessato parte degli intonaci dipinti, il cui esame ha consentito di verificare la presenza di tracce di colore, delle originali incisioni realizzate sull’intonaco ancora fresco e soprattutto ha consentito di mettere in evidenza le cornici (intorno alle aperture, marcapiano) le superfici lapidee, le decorazioni a rilievo e i busti a marmorino, prima nascoste sotto lo strato omogeneo di colore. Molte parti di intonaco e marmorini avevano subito rimaneggiamenti e sovrapposizioni di elementi decorativi, che sono stati conservati, essendo irrimediabilmente perduto quello cinquecentesco.