Superbonus ridimensionato, cessione del credito e sconto in fattura eliminati, migliaia di cantieri bloccati e nessuna progettualità circa la riqualificazione energetica degli edifici residenziali. In questo scenario sfavorevole per l’edilizia nazionale, l’Unione Europea ha approvato la revisione della direttiva per l’efficienza energetica degli edifici. Ne abbiamo parlato con Manuel Castoldi, Presidente di Rete Irene.
«Per le nostre imprese e per la maggior parte delle imprese edili italiane, gli ultimi 3 anni sono stati un delirio e un calvario, soprattutto per chi è intervenuto su edifici energivori situati nelle periferie urbane e ha dovuto gestire 67 modifiche normative.
L’ultimo intervento legislativo – il D.Lgs. 39/2024 – ha eliminato le residue agevolazioni colpendo in modo drammatico il settore residenziale privato, in particolare le fasce più deboli, i bisognosi e i terremotati, oltre a tutta la pubblica amministrazione e al terzo settore.
Ci sarebbe molto da dire su questi argomenti ma eviterei di affrontare quelli più imbarazzanti, che meriterebbero senz’altro un’analisi “fredda”, più tecnica e meno politica. Vorrei invece concentrare l’attenzione sul riordino dei bonus edilizi, un tema fondamentale per il futuro del paese ma attorno al quale si è creato un silenzio assordante».
Iniziamo dai fatti…
«Negli ultimi 4 anni il consumo energetico delle famiglie italiane ha comportato una spesa media di circa 90 miliardi di euro, di cui circa il 60% per le bollette domestiche. Nel 2022 la quota di importazioni nette di energia è aumentata fino al 79,7%. Questa dipendenza espone alla volatilità dei prezzi le famiglie italiane che, nel 2022, hanno speso circa 113,5 miliardi di euro (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: “Relazione Annuale sulla Situazione energetica nazionale con i dati riferiti all’anno 2022”).
Gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica realizzati da Rete Irene negli ultimi tre anni, utilizzando risorse pubbliche, hanno portato una riduzione media del fabbisogno energetico di oltre il 67%. Il potenziale di risparmio energetico ed economico esiste, è molto consistente e può essere ottenuto in tempi relativamente brevi.
La filiera dell’edilizia è una voce importante del prodotto interno lordo, crea lavoro per milioni di persone e alimenta le casse pubbliche. Con gli interventi di riqualificazione energetica, inoltre, contribuisce al contenimento della bolletta energetica nazionale, incrementa il valore dei fabbricati e riduce l’inquinamento dell’aria nei centri urbani.
Considerando i fatti, personalmente trovo sconcertante che non ci sia alcuna volontà di aprire un tavolo di confronto su queste tematiche. La nuova direttiva cosiddetta “case green” è una realtà con la quale Governo e Parlamento dovranno confrontarsi. L’auspicio è che, passate le elezioni europee, il dialogo possa iniziare al più presto».
Rete Irene e Assocond-Conafi hanno presentato una proposta al riguardo…
«Abbiamo messo a sistema l’esperienza maturata dalla nostra rete d’imprese, in oltre 10 anni di attività nella riqualificazione energetica degli edifici condominiali, con le esigenze espresse dall’associazione nazionale dei condomini, in qualità di committenti/utilizzatori/consumatori.
Scopo principale della proposta è rompere il silenzio circa il futuro degli incentivi e offrire alcuni spunti di riflessione, per cominciare un percorso condiviso fra tutti gli attori partendo da un assunto: garantire l’assoluta sostenibilità degli incentivi da parte delle finanze pubbliche.
Concretamente la nostra proposta non prevede l’erogazione di incentivi “a pioggia”, mirati a conseguire un unico obiettivo. Al contrario proponiamo un modello pluri-obiettivo, nel quale gli incentivi siano erogati a progetti in grado di creare un vantaggio reale per l’intera comunità.
In questo scenario la miglior riqualificazione energetica, intesa come progetto integrato sull’involucro edilizio e sugli impianti di riscaldamento, non sarà sufficiente per accedere né a un incentivo importante, né alle opzioni come cessione del credito e sconto in fattura che – piaccia o no – hanno dimostrato un’estrema efficacia nella formazione del consenso nelle assemblee condominiali.
Per ottenere queste premialità sarà indispensabile un progetto multi-obiettivo, mirato non solo alla riqualificazione energetica ma anche al miglioramento strutturale in chiave antisismica, alla diffusione delle energie rinnovabili e alle soluzioni per il raffrescamento estivo.
Quali sono i benefici dell’incentivazione degli interventi multi-obiettivo?
«In generale non tutti gli edifici hanno bisogno di un insieme di lavori così ampio e complesso, non tutti gli operatori del settore sono in grado di organizzare e realizzare questo tipo di interventi e, soprattutto, non tutti i committenti sono interessati a questo tipo di investimento.
Il principale vantaggio del meccanismo incentivante consiste perciò nella possibilità di selezionare i progetti, dando ad esempio la priorità agli edifici classificati come più energivori, oppure a quelli situati nei territori più complessi dal punto di vista sociale.
Selezionare i progetti sulla base delle loro caratteristiche tecniche e degli obiettivi energetici e sociali consentirà di orientare le scelte in base alle necessità e alle opportunità, concentrando gli incentivi nei progetti utili a centrare il primo obiettivo della direttiva “case green”, la riduzione del 16% del fabbisogno energetico entro il 2030.
Parallelamente, la possibilità di selezione gli interventi non potrà che favorire sia la consapevolezza dell’impegno finanziario da parte dello Stato e, quindi, la stabilizzazione delle regole, sia l’ingresso nel mercato di operatori finanziari interessati a fare la propria parte all’interno di un quadro normativo evoluto».
I pilastri della proposta sono:
– approccio pluri-obiettivo, per incentivare contemporaneamente interventi diversi che soddisfino obiettivi di interesse collettivo;
– privilegiare la qualità, con intensità di incentivo crescenti in relazione al numero di interventi simultanei e al miglioramento dei risultati;
– subordinare la cessione del credito a criteri qualitativi particolarmente rigorosi, come ulteriore meccanismo di stimolo.
L’approccio pluri-obiettivo crea un sistema omogeneo a sostegno di interventi integrati, che interessano almeno quattro ambiti:
– rinnovamento energetico;
– miglioramento strutturale;
– fonti rinnovabili;
– raffrescamento estivo.