Alla quinta edizione di Rebuild, evento dedicato all’innovazione nell’industria immobiliare che si terrà a Riva del Garda il 21 e 22 giugno prossimi, iniziativa che ha ricevuto quest’anno il patrocinio del ministero dello Sviluppo economico si discuterà di patrimonio immobiliare a consumo zero, progetti di riuso, infrastrutture, tecnologie integrate per costruire città smart, economia circolare applicata ai settori dell’immobiliare e condivisa tra la filiera delle costruzioni oltre agli aspetti legati ai nuovi modelli sociali di creazione del valore considerando la manifattura digitale e la rivoluzione apportata dall’informazione nei processi produttivi.
Si tratta di iniziative legate ai processi formativi e informativi promossi da Habitech e Riva del Garda Fierecongressi rivolti a progettisti, costruttori, operatori della finanza, developer, energy e facility manager, produttori di componentistica, Esco, amministratori pubblici, fornitori di servizi e consulenti.
Tra gli ospiti internazionali dell’edizione di quest’anno ci sarà anche David Cheshire, regional director di Aecom, multinazionale anglosassone leader mondiale nella progettazione e costruzione di opere di ingegneria e consulente per la sostenibilità, l’energia e l’ambiente. Cheshire è anche autore della pubblicazione ‘Building Revolutions’, da poco in distribuzione.
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Spiega lo stesso Cheshire: «Se applichiamo i principi dell’economia circolare al mondo del real estate e delle costruzioni dobbiamo pensare di progettare ‘a strati’, minimizzare gli sprechi, selezionare materiali e componenti, costruire tenendo presenti i processi di disassemblaggio e l’adattabilità. Parliamo di una vera e propria rivoluzione del pensiero che deve coinvolgere l’industria: lo scarto deve essere ridefinito come una risorsa di valore e gli edifici devono diventare delle ‘banche di materiali’ per le future generazioni. Possiamo raggiungere questo obiettivo creando costruzioni che possano essere smontate, in parte o completamente, per poter riusare le diverse componenti, recuperare i materiali e ricostruire gli interi edifici in un altro luogo. Su queste tematiche, e in particolare sull’applicazione dei principi dell’economia circolare e sul miglioramento dell’impiego di energia, nel mio libro ho citato alcuni casi interessanti come F87 (Efficiency house plus) di Werner Sobek a Berlino, la Nasa Sustainability base di William McDonough e partners con Aecomin California e il Park 20:20, Delta developments ad Amsterdam».
Si tratta di riflessioni decisive, quelle sull’economia circolare, che sono state avviate negli anni scorsi dal mondo anglosassone e che oggi si applicano alle fasi progettuali e costruttive. Sono parole che parlano al mondo della grande impresa, ma valgono anche per un’industria fortemente consumatrice di materia prima e di energia, soprattutto nel nuovo, come è quella delle costruzioni.
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Thomas Miorin, fondatore di Rebuild e presidente di Re-Lab dice che «la trasformazione dell’economia passa per un diverso rapporto con la materia e con l’energia. Anche per i settori dell’immobiliare è urgente l’evoluzione da un modello ad alta dissipazione energetica e materiale a un’economia circolare, capace di consumi radicalmente più contenuti».