La Lombardia si conferma la regione italiana con l’apparato produttivo più robusto anche per quanto riguarda le piccole medie imprese detenendone la maggiore concentrazione in termini assoluti. Dal 2007 al 2016 le pmi lombarde sono passate da 36.309 a 37.634 (+3,7%).
I dati di Confindustria
Secondo le rilevazioni del Rapporto pmi Centro-Nord 2018 di Confindustria e Cerved, nell’intero Nord-Ovest (Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta) le piccole medie imprese ammontano a 51.086, nel Nord-Est (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto) sono 37.645, praticamente quante quelle della sola Lombardia, mentre nel Centro sono 29.716.
Un po’ ovunque la crisi ha determinato un calo delle aziende, ma tra il 2015 e il 2016 si è assistito a una ripresa generalizzata con andamenti più sostenuti in Valle d’Aosta (+8,2%), Veneto (+4,9%), Lombardia (+4,4%), Marche (+4,1%) e Friuli Venezia Giulia (+4,1%). Tra le regioni, la Lombardia è quella che vanta, nel complesso, anche il maggior numero di pmi di capitali (36.042), seguita da Veneto (15.962), Emilia-Romagna (14.087) e Lazio (12.789).
Dati sull’occupazione
In Lombardia sono assorbiti il maggior numero di addetti (oltre 1 milione, il 26,7% del totale nazionale nel 2015 e la gran parte del totale Nord-Ovest che ammonta a 1,400 milioni); a seguire il Veneto (458mila addetti, l’11,8% del totale nazionale), l’Emilia-Romagna (388mila, 10%) e il Lazio (351mila, 9%), e vengono realizzati il fatturato e il valore aggiunto più rilevanti, rispettivamente 256 miliardi di euro su un totale nazionale di 810 miliardi e su 740 miliardi nel Centro-Nord e 60 miliardi su 174 nel Nord-Ovest e 203,8 miliardi in Italia.
Por Fesr e Fse regionali
La Lombardia è la regione che ha destinato i maggiori fondi europei per incentivare lo sviluppo delle pmi (442 milioni), seguita da Piemonte (171 milioni), Lazio (146 milioni) e Toscana (122 milioni).
Secondo un recente rapporto curato dall’Agenzia per la coesione territoriale, i Por Fesr e Fse regionali comprendono strumenti finanziari per un totale di 2,28 miliardi di cui oltre la metà nelle regioni più sviluppate, per un valore di 1,16 miliardi e, grazie alla leva che essi possono attivare, sono in grado di rendere più sicuri, meno costosi e meno onerosi molti degli investimenti imprenditoriali.