L’intervento è stato pensato per permettere, mediante aggregazione di unità adiacenti, l’ampliamento dell’attività di una gastronomia (produzione e vendita al dettaglio) già insediata all’interno di uno dei due immobili interessati dalle opere edilizie di recupero e trasformazione.
Le dimensioni esigue dei locali a disposizione dell’esercizio, prima dell’intervento, erano tali da escludere attività diverse dalla semplice produzione e vendita al dettaglio (con asporto) di quanto preparato, precludendo ogni possibilità di consumo all’interno dei locali.
L’ampliamento delle superfici di pertinenza, operata mediante l’annessione dei locali adiacenti, all’occasione liberatisi, ha quindi permesso ai gestori dell’attività di insediare all’interno dei nuovi ambiti a disposizione, banconi di servizio, sedute, tavoli, anche destinati al consumo e di definire quegli spazi di servizio previsti e necessari per l’ottenimento del benestare all’esercizio dell’attività da parte degli organi e degli enti preposti alla salvaguardia delle normative igienico sanitarie in merito alla somministrazione di alimenti e bevande.
Le due unità immobiliari che sono state oggetto di intervento di aggregazione risultano collocate, fronte strada, al piede di un edificio realizzato nei primi decenni del secolo scorso e situato all’interno del tessuto storico presente lungo l’asse del Naviglio Grande (all’altezza della più nota chiesa di San Cristoforo).
COSTRUZIONE
Le caratteristiche costruttive proprie dell’immobile sono quelle ricorrenti nell’epoca di riferimento e, per quanto complessivamente riconoscibili attraverso indagini istruttorie eseguite sugli atti di fabbrica e mediante saggi e rilievi operati in sito, risulta prevalentemente sviluppata con murature portanti in laterizio, strutture orizzontali in solai in legno, anche rinforzate con tralicci metallici e lamiere collaboranti o in calcestruzzo armato.
Alcuni recenti interventi di riqualificazione degli spazi in questione avevano sviluppato all’interno degli ambienti sistemi impiantistici e reti dati mediante la realizzazione di contropareti tecniche che, in parte, sono state mantenute e integrate ma che in alcun modo avevano operato sulle strutture verticali e orizzontali, interne e perimetrali
Le discrete condizioni di conservazione e le scelte progettuali eseguite, in termini di distribuzione complessiva, hanno permesso di operare all’interno dell’involucro delle unità mediante interventi di parziale riorganizzazione e rifunzionalizzazione degli spazi, oltre che di finitura complessiva, facenti genericamente riferimento a opere di semplice manutenzione straordinaria che escludessero onerosi consolidamenti e/o rinforzi di carattere strutturale.
Vincolate a parametri di massimo contenimento della spesa sia in termini di opere edilizie proprie sia in ottica di consumi energetici ed efficientamento complessivo le trasformazioni compiute hanno, in prima istanza, previsto lavori di demolizione dei manufatti, non portanti, presenti all’interno dei locali annessi, con rimozione dei divisori separanti le due unità immobiliari, dei tavolati delimitanti il servizio igienico presente, con il relativo ripostiglio in quota, dei rivestimenti e di parte delle contropareti in cartongesso presenti.
Nessun intervento è stato previsto sui pavimenti esistenti, fatta eccezione per l’ambito da destinarsi secondo progetto esecutivo a nuovo servizio igienico, dove si è proceduto con la rimozione dello strato di finitura e il relativo sottofondo di allettamento a liberare gli allacciamenti agli scarichi preesistenti e a predisporre il piano di posa delle successive reti impiantistiche.
DIVISORI E APERTURE
Nuove aperture nei sistemi di controparete esistenti sono state disegnate per permettere una migliore percezione complessiva degli spazi interni, aperti al pubblico e destinati al consumo.
Nuovi divisori murari, disposti e misurati sulle mutate esigenze funzionali e sulle istanze normative di riferimento (in termini di aerazione e illuminazione) hanno ridistribuito i locali annessi con conseguente formazione di ambiti destinati a ripostiglio, a disimpegno e ai servizi igienici.
«La consistenza della soletta controterra, sviluppata mediante vespaio aerato costruito con tavelloni e muricci, ha fatto propendere per la scelta di materiali che gravassero il meno possibile sul substrato strutturale esistente, mediante utilizzo di blocchi di calcestruzzo autoclavato forniti dall’azienda Gasbeton Rdb >>, finiti con intonaco di fondo Multicem >>, dato in opera su rete e rasatura a gesso di tipo tradizionale – dice l’arch. Marco Brianzoli, progettista dell’intervento, spiegando che – adeguati scassi nelle murature portanti perimetrali, preesistenti, e ancoraggi operati mediante perfetta calzatura all’intradosso dei solai esistenti, sono stati previsti per favorire l’ammorsamento e la legatura dei nuovi tavolati alle strutture presenti».
Un ambito a ripostiglio, sviluppato in quota al di sopra del servizio igienico e del disimpegno, è stato realizzato mediante interposizione di profili metallici a «I» da cm 10 e rivestimento in lastre di cartongesso, anche del tipo Idrostop fornite dalla ditta Knauf >>, stese anche con duplice stratificazione in estradosso della stessa struttura.
Telai per porte a scomparsa, del tipo Essential di Scrigno >>, sono stati montati all’interno dei divisori di calcestruzzo autoclavato e intonacate, previa stesura di strato di rinzaffo, con intonaci di fondo Multicem e rasatura a gesso.
Tutte le opere di tracciamento e di assistenza impiantistica, da eseguire all’interno dei nuovi tavolati in Gasbeton, sono staterealizzate mediante scassi eseguiti con l’uso di flessibile, così da salvaguardare attraverso la precisione che questo tipo di utensile permette l’integrità dell’esiguo spessore del supporto in calcestruzzo autoclavato.
A completamento e come finitura degli ambienti ricavati, articolati attraverso i divisori murari, pavimentazioni e rivestimenti in grès porcellanato smaltato (della ditta Vogue >> del tipo System) nel formato da cm 10×10, sono stati previsti come trattamento superficiale degli ambiti dei servizi igienici.
RIASSETTO IMPIANTISTICO
La natura e la consistenza degli apparati tecnologici hanno necessariamente previsto il riassetto impiantistico progettuale complessivo dei due immobili facenti riferimento a sistemi di approvvigionamento, produzione e distribuzione separati mediante riorganizzazione, integrazione e unificazione delle reti dell’impianto di acs, di riscaldamento (di tipo autonomo) con relativa caldaia di produzione e dell’impianto elettrico.
Un unico sistema a condensazione, la caldaia Mynute Green di Beretta >>, ha sostituito i due apparati produttivi esistenti e ha permesso la copertura, in termini di fabbisogno, dell’intero esercizio commerciale con conseguente risparmio energetico.
«La salvaguardia dei pavimenti esistenti e lo spessore esiguo dei substrati tecnici, a disposizione per l’eventuale alloggiamento di canalizzazioni e dorsali impiantistiche, hanno fatto convogliare la maggior parte delle nuove reti nell’intradosso del solaio del piano primo in intercapedine di controsoffitto – specifica l’arch. Brianzoli sostenendo che – una porzione esigua delle distribuzioni ha trovato invece alloggiamento nell’intercapedine che, al di sopra del piano di calpestio dei locali, è stata realizzata per raccordare i dislivelli interni e permettere l’accessibilità completa ai servizi igienici aperti al pubblico».
CASSERI
Casseri a perdere in polipropilene da cm 15 di altezza (forniti dalla ditta Iglù) hanno costituito il substrato di spessoramento e alleggerimento del raccordo di pavimento da eseguirsi. Un riempimento in argilla espansa Lecacem (della ditta Leca >>) è stato utilizzato come riempimento dei casseri e un getto di Lecamix, armato con rete elettrosaldata da cm 10×10, ha completato la realizzazione del gradino interno di raccordo delle quote di pavimento esistenti.
Uno spolvero al quarzo (fornito dalla ditta Gras Calce >>) dato al fresco sullo strato superiore del getto di Lecamix, tirato in piano perfetto con staggia, è stato utilizzato per il trattamento della superficie calpestabile del nuovo livello e utilizzato come finitura di pavimento, poi trattata con vernici a base di polimeri fluorurati monocomponenti impermeabilizzanti (Pro-Tiler Fondo e Pro-Tiler Finitura di Nord Resine >>).
A salvaguardia del getto e come battuta del gradino conseguentemente formatosi, una plancia di ferro brunito e cerato è stata ancorata sul fronte vivo del dislivello mediante annegamento di piastre nello spessore del calcestruzzo.
Altri elementi divisori, realizzati in semplici corsi di mattoni forati in laterizio, sono stati previsti nella zona frontestante il bancone destinato alla vendita e al servizio per accogliere alcuni apparati self-service a disposizione dei clienti. Una lastra opalina di plexiglas, del tipo acrilico trasparente bisatinato, dello spessore di mm 10, posata mediante inferimento in profili di alluminio annegati nello spessore dell’intonaco è stata messa in opera a completamento degli elementi di laterizio e a parziale schermatura degli apparati previsti.
Una vernice del tipo «lavagna» (della ditta Sigma) stesa in due mani su lisciatura di gesso tirata a piano perfetto, è stata data in opera sui divisori, al fine di poterli utilizzare come superfici scrivibili ma completamente lavabili. Alla stessa stregua, due mani di vernice smaltante all’acqua, perfettamente lavabile, sono state stese in opera negli spazi interessati dalla manipolazione, anche parziale, di alimenti e bevande.
VETRATE E SERRAMENTI
Interventi d’integrazione ai serramenti presenti, con realizzazione di aperture a vasistas nelle vetrine fronteggianti il marciapiede e la strada, sono stati previsti per migliorare le condizioni e il ricambio d’aria all’interno dei locali destinati al consumo.
Le specchiature vetrate di gran parte delle vetrine sono state sostituite con vetri stratificati con interposta pellicola di pvb affinché l’affaccio dei locali su strada avvenisse nel rispetto delle normative vigenti in merito alla sicurezza dei luoghi di lavoro e dei luoghi aperti al pubblico.
Tutti i pavimenti esistenti, finiti con piastrelle in pastina di cemento o con strato di resina epossidica stesa su stucco dato a spatola, sono stati lavati dai residui delle lavorazioni di cantiere, e dai precedenti deterioramenti con prodotti a base acida Keranet di Mapei >> e ripristinati con ceratura di finitura.
Chi ha fatto Cosa
Progetto: arch. Marco Brianzoli
Opere edili: Bri di Davide Dimasi
Impianti termomeccanici: Dielle Impianti di Davide Lentini
Impianti elettrici: Matrix Impianti Elettrici di Andrea Argentieri
Opere da fabbro: Lorenzo Barbieri
Opere da vetraio: Vetro Più di Dino Russo
Chi ha fornito Cosa
Casseri a perdere per vespai: Iglù
Calcestruzzi e massetti alleggeriti: Leca
Divisori in calcestruzzo autoclavato: Gasbeton
Intonaci: Gasbeton
Controsoffitti: Knauf
Impianti di riscaldamento e acs: Beretta
Frutti e placche impianto elettrico: Bticino, Light
Sanitari: Galassia
Pavimenti e rivestimenti interni: Vogue
Pavimenti e rivestimenti interni: Gras Calce, spolvero al quarzo
Porte: Scrigno, Essential