È un’eco soddisfacente quella che ha suscitato l’iniziativa del vertice di Oikos >>, che ha portato mille architetti internazionali a Venezia a scoprire il primo polo al mondo di produzione artigianale organizzata.
Una realtà lontana nel tempo ma più vicina per concetti e obiettivi: l’Arsenale di Venezia.
Arsenale e azienda. Dall’Arsenale all’azienda il passo è breve: l’organizzazione dei novemila metri quadri di stabilimento produttivo, recentemente ampliato e rinnovato, si rifà al concetto industriale veneziano per capacità artigiana.
Il nucleo produttivo di Oikos è risultato un autentico colpo d’occhio di reparti strutturati in un ambiente che sa di fabbrica e che al contempo riesce a trasmettere il valore umano, artigiano, di mestiere antico (reparto di lavorazione lamiere, di saldatura, di assemblaggio telai, di verniciatura e ancora falegnameria, imballaggio, depositi, magazzini). Tutto a vista e tutto ordinato in aree altamente automatizzate per ridurre i tempi di produzione e rispettare l’obiettivo aziendale di lavorare in un’ottica di «artigianalità industriale».Un credo operativo che abbraccia il senso di artigianalità e industria e che riassume ciò che l’impresa di Gruaro persegue da quando ha avuto origine: lavorazione internalizzata del prodotto per riuscire a garantire la massima personalizzazione, un «su misura» che richiede un controllo costante e diretto sui processi produttivi e uno sforzo, un’abilità manuale, tale da far sì che ogni lavorazione sia al contempo unica, non riproducibile ma altrettanto precisa.
Catalogo «No limits project». Nello stesso contesto è stata mostrata al pubblico la nuova edizione del catalogo «No Limits Project», una selezione di progetti internazionali (in ambienti privati e commerciali) in cui sono state utilizzate le architetture d’ingresso Oikos.