Il rapporto tra la dimensione del patrimonio edilizio (residenziale, ricettivo, terziario-industriale) e la qualità architettonica e urbanistica della città costituita negli ultimi 60-40 anni è oggetto di intensa riflessione degli operatori delle costruzioni. La relazione tra qualità e quantità di questa dimensione è sovente materia di confronto di un dibattito disciplinare che è legato a numerose complessità.
In particolare, il dibattito tende a svilupparsi sul dilemma tra correzione e aggiustamento degli errori urbanistici prodotti, attraverso la più logica ristrutturazione del costruito, e la scelta di procedere alla totale cancellazione degli errori ricorrendo ad operazioni di demolizione e ricostruzione. Rimane però presente una realtà che vede oggi numerosi nodi irrisolti e non più rinviabile la soluzione di situazioni che presentano connotati di decadenza fisica di interi quartieri urbani, quartieri che hanno superato, come detto, la soglia tecnologica dei quarant’anni.
Per dare una risposta a queste tematiche legate alla decostruzione dei luoghi e alla gestione ambientale di cantieri urbani in demolizione, l’Associazione dei demolitori italiani >> (Nad) ha patrocinato un convegno che si terrà a Rimini il 6 novembre prossimo in occasione di Ecomondo (alla Sala Reclaim – padiglione C1, dalle ore 15 alle ore 17.30).
In particolare, spiccano le relazioni di Massimiliano Donzelli (Daf Gruppo Donzelli srl) su «Decostruzione di gru portuali nello stabilimento Fincantieri» e di Ivan Poroli su «Il ruolo delle imprese nel processo di decommissioning».