Nuovi contratti d’affittanza agraria di lunga durata, fino ad un massimo di 30 anni, accompagnati da articolati progetti di recupero degli immobili rurali, con costi deducibili dal canone di locazione. Nelle linee guida approvate dalla giunta di Milano per la predisposizione dei contratti d’affitto dei fondi di proprietĂ comunale si ritrova tutto il senso della politica di valorizzazione della Milano agricola condotta in questi anni dall’amministrazione: la tutela e riqualificazione ambientale dei terreni; il rilancio delle coltivazioni espressione di antiche tradizioni rurali, ma anche di nuove opportunitĂ di sviluppo; la riscoperta delle 65 cascine cittadine (15 ancora utilizzate per l’agricoltura o in fase di riattivazione) quali luoghi di incontro e di crescita, economica, sociale e culturale.
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Partendo dalle criticità ed esigenze emerse nel confronto avviato con gli agricoltori per il rinnovo di alcuni contratti in scadenza o in fase di consolidamento (quelli per le cascine Caldera, Tre Ronchetti, Basmetto, Gregorio Vecchio, Campazzo e Sant’Ambrogio), è stato strutturato un modello d’indirizzo contrattuale per favorire la riqualificazione dei fabbricati rurali, spesso in avanzato stato d’abbandono, e lo sviluppo di iniziative imprenditoriali multifunzionali, il più possibile omogenee a quella agricola.
In particolare: gli interventi sui fabbricati rurali si baseranno su un progetto di massima concordato con l’amministrazione comunale; i costi degli interventi a carico dell’affittuario saranno deducibili dagli importi previsti a titolo di canone; al fine di concorrere al recupero dell’immobile, sarà possibile la concessione in subaffitto di porzioni degli immobili rurali; al termine della locazione, l’amministrazione subentrerà nella proprietà degli interventi di recupero realizzati da parte affittuaria senza ulteriori compensi o indennizzi.