La città di Acqui Terme insieme a venti altri comuni sull’asse del fiume Bormida hanno comunicato la propria posizione negativa in merito alla possibilità che l’Eni-Syndial (ex-Acna) prelevi ancora acqua dal fiume. Si tratta di una possibilità, questa, che, se concessa dalla Regione Piemonte, permetterà all’azienda di farlo per i prossimi quindici anni.
Secondo i sindaci dei comuni lungo il Bormida, siamo di fronte ad un fatto del tutto fuori luogo, anche perché comporterebbe uno sfruttamento delle acque del fiume nell’ordine di 300 litri al secondo, fuori luogo se si considera il fatto che al momento proprio Syndial deve definire con la regione il risarcimento per danni ambientali da concedere agli abitanti della Valle Bormida. Gli enti locali hanno predisposto un ordine del giorno approvato dai consigli comunali da inviare alla regione. Nel documento si fa presente che:
- a monte dell’opera di presa sono già presenti due grandi derivazioni idriche, fra cui due pozzi di Acna spa e due prese superficiali di Tirreno Power
- nei documenti Syndial viene fatto riferimento continuamente ai futuri sviluppi industriali dell’ex-area Acna senza mai specificare quali siano questi sviluppi
- non è presente nessun calcolo dettagliato riferito al reale fabbisogno d’acqua riconducibile alle opere di bonifica in atto
- per quasi 120 anni l’insediamento chimico Acna ha devastato il territorio inquinando acque superficiali, sotterranee e suoli dell’intera Valle Bormida.
La preoccupazione dei residenti della valle si è espressa nella necessità di ostacolare un progetto che potrebbe essere potenzialmente pericoloso. (C.C.)