Urbanpromo, organizzato da Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit, è stato il momento per fare il punto sulle azioni intraprese negli ultimi anni da Bologna e Torino sul versante della rigenerazione urbana: i capoluoghi emiliano e piemontese sono in questo ambito tra le città più attive, e le loro esperienze sono disponibili sulla gallery Urbanpromo.

Bologna…In uno scenario negli ultimi anni profondamente mutato a causa della crisi economica e ambientale, Bologna ha ridisegnato i propri obiettivi di trasformazione urbana: un aumento della vivibilità e della qualità degli spazi urbani e un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale, senza produrre nuovo consumo di suolo vergine. La traduzione di questi obiettivi in azioni ha determinato un significativo investimento di attenzione e risorse nella rigenerazione del patrimonio edilizio esistente, sia in termini energetici che di sicurezza strutturale, nel recupero di luoghi dismessi e in interventi urbanistici più piccoli, rapidi e occasionali in grado di valorizzare il capitale fisso della città.

Un enorme potenziale di trasformazione urbana è oggi rappresentato dal ripensamento di aree ex industriali o militari che prenderanno nuove forme per nuovi usi (come Staveco e Tecnopolo): un insieme di interventi molto complesso che richiede nuovi strumenti finanziari, nuovi modi di attivare risorse e competenze e una ridefinizione del sistema di rappresentanza per il governo del territorio. Un orientamento strategico verso la rigenerazione urbana non può infatti che basarsi su strumenti di pianificazione diversi rispetto a quelli del passato: piani e programmi in grado, da un lato, di restituire la complessità della cornice strategica e, dall’altro, di agevolare azioni concrete e percepibili. In quest’ottica sono nati, ad esempio, il Poc qualificazione diffusa, il Poc rigenerazione patrimoni pubblici il Paese per l’energia sostenibile e BlueAp per l’adattamento ai cambiamenti climatici.

…e a Torino. A Torino c’è stata una delle più importanti e riconosciute trasformazioni urbane che ha avuto luogo nel nostro Paese negli ultimi anni. Il processo è il risultato di una visione strategica che ha inizio con il Prg del 1995, la realizzazione del nuovo accesso della Spina centrale e i progetti connessi ai ‘Giochi Olimpici Invernali del 2006’.

La trasformazione urbana è stata decisiva nel processo di rigenerazione e costruzione della nuova identità della città, grazie alla opportunità data dal recupero e trasformazione di più di 10.000.000 di mq di aree industriali dismesse e dalla realizzazione di infrastrutture strategiche come il passante ferroviario interrato, la nuova stazione internazionale per l’alta velocità di Porta Susa, la Linea 1 della metropolitana e 7 linee ferroviarie metropolitane. Le principali nuovi vocazioni della città sono quelle di città universitaria, portata avanti anche grazie a interventi di recupero e rinnovamento dei siti storici degli atenei e con un nuovo grande programma di costruzione di edifici, e di capitale culturale.