I redditi professionali sono scesi del 18,6% nell’arco di un decennio e gli ingegneri italiani fanno fronte puntando sulle chance in Europa con nuovi accordi internazionali per il reciproco riconoscimento delle competenze.
L’occasione per tracciare bilanci e delineare le prospettive future della categoria è stata offerta dal meeting «Il sistema ordinistico: mandato, struttura, competenze, procedure» tenutosi a Palermo (due giornate tra Palazzo Steri e la sala gialla di Palazzo dei Normanni), un evento realizzato dal Cni, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, col supporto organizzativo dell’Ordine degli Ingegneri di Palermo.
Il seminario è stato condotto dal presidente del Cni Armando Zambrano insieme con alcuni consiglieri e con altri componenti della struttura nazionale. Presenti gli esponenti di 18 ordini provinciali arrivati da Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Sardegna.
Zambrano ha parlato anche di equo compenso sancito per legge un anno fa e dei possibili scenari di riorganizzazione territoriale, comunque da realizzare senza l’abolizione di ordini provinciali, perché il rapporto con gli iscritti non va disperso.
Poi, tra gli argomenti principali lo stato di salute della professione e le opportunità da cogliere al di fuori dei confini nazionali. A illustrare le cifre è stato il consigliere del Cni con delega ai lavori pubblici Michele Lapenna.
Dal 2007 al 2015 la rete delle professioni tecniche ha accusato una flessione del reddito medio procapite pari al 18,6%, risultando il settore più penalizzato dopo l’area giuridica (dove il calo è stato del 29,2%).
Includendo nell’osservazione anche gli altri due comparti, cioè le aree economico-sociale e sanitaria, la riduzione complessiva dei guadagni dei professionisti nel periodo 2007-2015 è stata dell’8,6%.
L’area sanitaria ha rappresentato l’eccezione, con un reddito medio dei professionisti cresciuto del 15,6% (flessione dell’1,6%, invece, per il settore economico-sociale).
Rispetto al totale dei professionisti attivi in Italia, il cui numero nel periodo 2007-2015 è salito da 1 milione e 280mila a 1 milione e 480mila, le fasce d’età più colpite dalla diminuzione degli introiti sono quella 30-35 anni (-14,9%) e quella che arriva fino ai 40 anni (-19,4%). Oltre la media generale anche il dato relativo alle donne che svolgono la professione (-9,5%).
Certificare le competenze
Per venire incontro alla domanda di lavoro dei circa 240mila ingegneri italiani e alla sempre maggiore rilevanza delle specializzazioni, il Cni, tramite la propria agenzia Cert-Ing che certifica le competenze su istanza degli interessati, ha avviato circa un mese fa le prime intese con gli ordini degli ingegneri dei paesi europei per favorire la libera circolazione delle professionalità.
Roberto Orvieto | Consigliere Cni per l’internazionalizzazione
«Con uno studio comparativo abbiamo potuto verificare la sostanziale sovrapponibilità della nostra piattaforma di certificazione a quella di altri ordini nazionali e un mese fa abbiamo siglato con Spagna e Portogallo le prime due intese che renderanno possibile, attraverso parametri di equivalenza, il mutuo riconoscimento delle competenze, dando così agli ingegneri italiani maggiori possibilità di svolgere incarichi professionali all’estero. Adesso siamo al lavoro per fare altrettanto con gli ordini degli ingegneri di Gran Bretagna, Francia e Olanda».