L’aerea e scenografica installazione voltata in laterizio dal titolo «Breaking the siege» è stata presentata all’interno del Padiglione Italia durante la scorsa edizione della Biennale di Venezia dal 28 maggio al 27 novembre 2016 dal titolo «Reporting from the front», a cura dell’architetto cileno Alejandro Aravena.
La struttura è composta da una volta di 7,68 m di luce e di 7,15 m di freccia per un sviluppo longitudinale di 9,9 m. Queste dimensioni sono state scelte non tanto in relazione alle dimensioni dello spazio espositivo, quanto piuttosto con l’obiettivo di limitare la lunghezza complessiva dello sviluppo lineare dell’arco formante la volta, pari a 17,2 m. In questo modo i progettisti hanno potuto realizzare un sistema costruttivo essenziale, fatto più di vuoti che di pieni, che si comporta come una struttura molto resistente proprio in virtù della sua forma a catenaria, che minimizza gli sforzi di flessione all’interno della struttura stessa. Le proporzioni rispettate nello svilupo geometrico della volta hanno consentito di ridurre al minimo le reazioni vincolari di spinta orizzontale, assimilando il più possibile le reazioni derivanti dal peso proprio della struttura alle sue componenti verticali, con un peso proprio stimato dell’intera installazione pari a 18 Tn.
La volta è realizzata con elementi costruttivi in laterizio e calcestruzzo armato di due differenti sezioni resistenti. La prima tipologia di sezione resistente viene utilizzata per realizzare i due primi livelli della volta a partire da terra, considerati i più sollecitati dal peso proprio della parte superiore della volta stessa; qui la sezione ha uno spessore complessivo di 19 cm, ed è costituita da due corsi di mattoni da 5,5 cm e interposto giunto di calcestruzzo di armato da 9 cm.
La seconda tipologia di sezione resistente viene impiegata per la realizzazione degli ulteriori tre livelli, ossia quelli più aerei a cavallo della chiave di volta; qui la sezione resistente ha uno spessore ridotto a 15 cm, ottenuto con l’interposizione di due corsi di laterizio da 5,5 cm con un giunto di calcestruzzo armato da 4 cm.
Lungo tutto lo sviluppo della volta a catenaria è stata mantenuta costante la distribuzione dell’armatura in acciaio che prevede il posizionamento di verghe di acciaio di diametro Ø10 mm posizionate al centro dei giunti in calcestruzzo e tenuti in posizione da un reticolo di staffe trasversali realizzate con molta cura a piè d’opera, in modo da garantire la piena collaborazione tra i materiali resistenti a compressione – il laterizio e il calcestruzzo – e l’acciaio resistente a trazione. La esile struttura a catenaria in laterizio è stata realizzata intermente a piè d’opera all’interno del padiglione Italia alla Biennale di Venezia, a partire dall’installazione di una centina lignea, preventivamente ancorata a terra su un basamento prefabbricato in legno con fuzione di zavorra e di livellamento del piano di appoggio die primi corsi di imposta longitudinale della volta stessa.
Sono state poi prefabbricate una serie di piccole centine lignee dalla forma triangolare rinforzate con setti interni con funzione di supporto al posizionamento die corsi di laterizio e di contenumento delle spinte derivanti dai getti in calcestruzzo ancora umidi. Tali centine sono poi state recuperate ed esposte nella medesima sala in cui è stata installata la volta.
Lo studio paraguaiano, prima del successo veneziano, aveva già realizzato altre strutture voltate simili. In particolare nel 2009 ha costruito una copertura a volta di 6 metri di luce e altezza 5,5 m impostata su una lunghezza di 20 metri, impiegando laterizio da 4 cm interposti a un rinforzo in calcestruzzo di 12 cm. Nel 2010 ha realizzato una volta di 18 m di luce libera, 8 m di altezza e 23 m di lunghezza, impiegando un laterizio di 12 cm di spessore, rinforzato da un giunto in calcestrutto di 24 cm. La peculiarità dell’installazione alla Biennale sta nell’aver dovuto pensare a una modalità costruttiva parzialmente prefabbricata, e per nulla spingente, incardinata su un leggero basamento ligneo, in modo da contenere i tempi del cantiere, ottimizzando le fasi umide di messa in opera. ©Costruire In Laterizio 171
di Alessandra Zanelli, professore associato di Tecnologia dell’architettura,
Politecnico di Milano
Le immagini sono cortesemente concesse dallo studio Gabinete de Arquitectura. Le immagini delle figure 2 e 4 sono dell’autrice.