In Senato, alla Commissione Finanze e Tesoro, i geometri hanno presentato il loro punto di vista contenente alcune proposte sulla riforma del Catasto, argomento che, insieme alla riforma degli estimi, ha una rilevanza strategica per il nostro paese, sia dal punto di vista dell’equità fiscale sia per le politiche sociali e demografiche.
Antonio Benvenuti | Vicepresidente del Consiglio nazionale geometri
«Intervenire in un settore chiave come quello della casa significa coinvolgere una platea di 20 milioni di persone fisiche e ben 60 milioni di unità immobiliari, di cui 33mila sono gli immobili a uso abitativo. Si tratta di un valore complessivo di 4.200 miliardi di euro, pari a 4,2 volte il pil nazionale e a 3 volte il debito pubblico. Dovendo tenere conto di questi numeri, è evidente come la scelta degli strumenti estimativi implichi un’assunzione di responsabilità enorme per i professionisti di area tecnica chiamati a intervenire. La categoria dei geometri propone d’impiegare gli strumenti dell’analisi statistico-estimativa nella rilevazione dei dati, nella loro elaborazione e nella verifica delle rendite secondo gli standard valutativi nazionali e internazionali. Da tempo le forze politiche sono impegnate in Parlamento nella discussione sulla riforma degli estimi. Il punto di snodo che la categoria dei geometri sta contribuendo a risolvere riguarda proprio i criteri di valutazione che garantiscano trasparenza ed equità . Siano aggiornati con i cambiamenti demografici e sociali sopravvenuti negli ultimi anni e non prevedano aggravi nella gestione e nell’aggiornamento dati da parte della pubblica amministrazione».
Secondo la proposta formulata dal Consiglio nazionale geometri l’Italia si allineerebbe con gli standard internazionali più qualificati, contribuendo a consolidare legami di appartenenza e condivisione coerenti con i grandi temi dell’economia e della finanza globale.