In Italia lo scorso anno sono stati venduti 102 milioni di voucher (+67%): si calcola che il 30% sia stato utilizzato per lavoratori edili: nel gennaio di quest’anno ne sono già stati venduti 9,2 milioni, con un aumento del 36% sullo stesso mese del 2015.
Franco Turri, segretario generale della Filca-Cisl commentando la volontà del ministero del Lavoro di rendere tracciabili i voucher ha evidenziato che «non possiamo che essere soddisfatti se nel mondo del lavoro si intensificano i controlli e si garantisce la trasparenza. Ancor di più se questi interventi interessano i voucher. Ma continuiamo ad essere fortemente critici nei confronti di uno strumento che in edilizia è usato in modo abnorme e improprio.
La comunicazione preventiva relativa all’utilizzo del voucher è importante e va a sanare fenomeni di lavoro cosiddetto grigio. Ma il rischio è che in edilizia i voucher restino un modo per dare una parvenza di regolarità al lavoro nero.
E anche rendendolo tracciabile non si risolvono i problemi legati all’utilizzo di questo strumento nel settore edile: utilizzando i voucher, infatti, si aggirano le verifiche sulla regolarità contributiva relative al Durc, non vengono fatti i versamenti in Cassa edile, non c’è il diritto alle prestazioni a sostegno del reddito, non è prevista la formazione obbligatoria di 16 ore per chi entra per la prima volta in cantiere.
E non è un caso se le Casse edili hanno rilevato un calo degli occupati in edilizia del 55% contro una riduzione del 25% stimata dall’Istat. Se il governo non intende escludere l’edilizia dall’ambito di utilizzo dei voucher, come sarebbe saggio e giusto, allora è necessario sin da subito regolamentarne contrattualmente l’impiego».