Assimpredil Ance ha indetto per questa mattina un’assemblea straordinaria con le imprese associate allargata ai contributi dell’intera filiera delle costruzioni, degli enti locali, della Regione Lombardia e del governo (per quest’ultimo ha partecipato il sottosegretario Mims Alessandro Morelli) mettendo sul tappeto la questione del caro materiali che rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti e i risultati raggiunti nel 2021. In chiusura anche l’intervento del presidente nazionale dei costruttori edili, Gabriele Buia.
L’appello lanciato al governo dalla presidente Regina De Albertis
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«… I costruttori non possono fermarsi, a rischio tutto il comparto. I prezzi di materie prime, prodotti e manufatti dell’edilizia sono ormai fuori controllo, registrando un aumento di oltre il 30% negli ultimi 10 mesi, ma il balzo dei costi degli ultimi dieci giorni, anche per effetto della crisi geopolitica in atto, mette fortemente a rischio i cantieri italiani.
Solo per ricordare qualche dato: ferro per cemento armato + 40%, bitume + 40%, gas naturale + 875%, energia elettrica + 542%, petrolio + 81% e gasolio +119%.
Con questi costi i principali centri di trasformazione siderurgici, gli impianti per la produzione di laterizi, di conglomerati bituminosi, di conglomerati cementizi, di isolanti, di materie plastiche, di prodotti ceramici hanno sospeso o ci hanno preannunciato possibili sospensioni dell’attività.
A cascata, gli effetti si ripercuotono sulle imprese edili che saranno, molto probabilmente, costrette a chiudere i cantieri con danni economici e sociali incalcolabili.
Si sta bloccando così quasi il 20% del Pil italiano che è legato all’edilizia e così si ferma la salvaguardia del territorio, la riqualificazione e messa in sicurezza di scuole e ospedali, la rigenerazione urbana, la riqualificazione energetica e sismica, la riqualificazione delle città e dei quartieri degradati, la casa sociale. Ma vuol dire anche mettere in forse gli interventi del Pnrr e l’attrattività del territorio agli investimenti immobiliari.
Gli interessanti interventi e la costruttiva partecipazione che hanno caratterizzato questa Assemblea Straordinaria di Assimpredil Ance sono la prova che possiamo lavorare insieme per fermare l’assurdo effetto domino che sta sconvolgendo tutta la catena produttiva: fornitura, filiera, committenti pubblici e privati, enti finanziatori e decisori pubblici.
Dobbiamo trovare insieme un punto di equilibrio o rischiamo davvero di bruciarci tutti, ma soprattutto è tutta l’Italia che rischia di patirne le conseguenze: è in gioco il modello di sviluppo del nostro Paese e non possiamo fermare un comparto che può contribuire anche a risolvere i problemi energetici italiani.
Bisogna impedire che ciò accada, bisogna farlo con misure adeguate che al momento non ci sono! Per questo chiediamo che il Governo intervenga efficacemente e tempestivamente con:
- una ricognizione straordinaria delle opere in fase di progettazione, al fine di valutare se le risorse stanziate anche dal Pnrr sono sufficienti o se sia necessario riprogrammare e gli interventi meno urgenti;
- chiediamo ammortizzatori sociali che sostengano le imprese e i lavoratori;
- azioni volte a sostenere le esigenze di liquidità delle imprese a seguito degli aumenti dei prezzi;
- misure atte a ridurre in modo significativo e non meramente simbolico il costo dei carburanti».
Le richieste al governo per non fermare i cantieri della riqualificazione energetica
- Occorre superare la logica dei decreti con prezzi fissati e optare per un adeguamento sul modello dei LLPP;
- prorogare i termini per usufruire del 110% per le abitazioni unifamiliari; la proroga del c.d. “Super sisma bonus acquisti” nella misura del 110% che premia gli acquirenti di abitazioni demolite e ricostruite in chiave antisismica;
- a favore dell’edilizia residenziale pubblica una proroga ben più ampia del termine attuale, perché è una scadenza che è in contrasto con gli obiettivi di riqualificazione urbana previsti dal Pnrr come tra i più strategici.
Le richieste ai Committenti privati
Ai committenti privati i costruttori di Milano, Lodi Monza e Brianza chiedono di rinegoziare in buona fede gli importi di appalto e i tempi di esecuzione, scongiurando la
necessità d’invocare la causa di “forza maggiore” o “sopravvenuta eccessiva onerosità”; di poter rivedere i contratti preliminari con gli acquirenti inserendo logiche di
adeguamento prezzi.
Le richieste a Regione ed enti locali
- A Regione Lombardia: che venga ridefinito il modello di formazione dei prezzi nel Prezzario Regionale affinché possano essere aggiornati in modo dinamico;
- Ai Comuni: di concedere una proroga dell’occupazione del suolo pubblico non onerosa nel caso in cui sia dimostrata la causa di forza maggiore per non gravare di costi aggiuntivi le imprese;
- Alle stazioni appaltanti: interventi specifici volti a dare ossigeno agli accordi quadro affidati in un contesto di prezzi del tutto differente.
Le richieste alle banche
- Ad Abi: di sottoscrivere un Protocollo per sancire un allungamento dei termini di rimborso dei crediti fondiari;
- Agli istituti di credito: una riapertura ampia e generalizzata dei canali di acquisto dei crediti fiscali.