Costruzioni | Formazione

Digital transformation days: Bim e stazioni appaltanti private

Bim perché? I vantaggi della digitalizzazione per le stazioni appaltanti private. La rivoluzione positiva spinta da Pnrr e transizione digitale nella filiera delle costruzioni. Questi i temi dell'evento di aggiornamento (e di scambio di esperienze) proposto dalle società One Team e Guamari nel seminario che si svolgerà a Milano presso Assimpredil Ance mercoledì 16 marzo mattina, nell’ambito dei digital transformation days.

L’introduzione del Bim (Building Information Modelling) nella filiera delle costruzioni italiana è in atto da tempo, almeno da quando il nuovo codice dei contratti (legge 50/2016) ha cominciato a riconoscerne l’esistenza.

Ultimamente però, prima il covid-19 e poi gli sforzi dell’Unione Europea per uscire dalla crisi economica che ne è conseguita hanno dato (e stanno continuando a dare) una spinta enorme alla digitalizzazione dei processi produttivi e in particolare alla diffusione del Bim nelle costruzioni, a cui sono destinate ingenti risorse.

L’Unione Europea ha dettato le condizioni per la finanziabilità dei progetti tramite il piano Next Generation EU: digitalizzazione e sostenibilità sono diventati quindi quasi uno slogan per rendere attrattivo qualsiasi nuovo investimento.

Per quanto riguarda in particolare l’investimento immobiliare, al di là delle pur forti spinte di politica economica in questa direzione, perché il Bim conviene? E a chi? Solo a chi progetta e costruisce o anche, e soprattutto, a chi poi gestisce il ciclo di vita (Lyfecycle Bim)?

Il problema è che la committenza (in particolare privata) avendo, a differenza dell’imprenditoria delle costruzioni (sua fornitrice) meno dimestichezza con i sistemi di qualificazione, risulta, dal Report Assobim 2021, agli ultimi posti tra gli operatori della filiera sensibili alle opportunità del Bim.

È al contrario confortante che al primo posto si trovino le società di progetto (architettura e ingegneria) che rappresentano tre quarti del campione oggetto del rapporto citato. Se queste hanno ben compreso l’efficientamento operativo promosso dalla digitalizzazione e (in misura minore data la maggior rilevanza del lavoro manuale rispetto all’intellettuale si stanno adeguando le imprese di costruzioni), le loro controparti sul versante della domanda sono in ritardo.

Anche perché in Italia stenta ad affermarsi una logica industriale nella promozione immobiliare, che ancora sconta la convinzione che gli affari si facciano prima di tutto sviluppando l’edificabilità dei terreni, negoziando con le amministrazioni le volumetrie e, comunque, privilegiando la finanza rispetto alla tecnologia.

Ma oggi le regole del gioco sono sempre più stringenti, i clienti più “smaliziati” e quindi attenti ai costi dell’intero ciclo di vita rispetto a quelli iniziali, la concorrenza tra promotori sempre più orientata alla qualità e alla sostenibilità dell’investimento proposto agli acquirenti.

Digital transformation days

Ecco l’utilità di momenti di aggiornamento (e di scambio di esperienze) come quello proposto dalle società One Team e Guamari nel seminario che si svolgerà a Milano presso Assimpredil Ance mercoledì 16 marzo mattina, nell’ambito dei digital transformation days.

In quest’occasione si cercherà di dare risposte chiare e concrete soprattutto sul Lifecycle Bim a chi, per definizione, deve guardare avanti il più possibile e capire oggi come dare domani il massimo valore agli investimenti. Dopo un inquadramento normativo e un aggiornamento tecnologico si darà spazio a uno dei più significativi casi d’investimento recenti: il piano di riutilizzo dell’area dell’Expo 2015 milanese.

Nella successiva tavola rotonda i partecipanti si confronteranno sulle rispettive esperienze e sui vantaggi che se ne traggono, non solo nelle applicazioni più sofisticate della “realtà virtuale” ma anche nell’ottenere migliori prestazioni del patrimonio immobiliare: in particolare, nel minimizzare l’impatto sui consumi energetici e massimizzare invece quello sul valore economico dei cespiti.

Infatti tra gli effetti positivi del Bim si possono contare (in crescendo al crescere delle dimensioni della stazione appaltante privata):

  • un maggior ritorno sugli investimenti (Roi), grazie a un generale aumento della produttività e della redditività dovuti a un minor tempo nella gestione dei flussi informativi e una diminuzione dei conflitti per errori di progetto;
  • una riduzione delle tempistiche di controllo da parte della committenza e della direzione lavori in quanto migliora lo scambio di informazioni tra le parti, ottimizza i tempi delle verifiche e degli stati di avanzamento lavori, minimizza gli errori progettuali, anticipa la risoluzione di interferenze in cantiere e automatizza il rispetto delle normative;
  • un aumento del valore sociale dell’opera permettendo a tutti gli interessati (stakeholder) di accedere alla base dati dell’opera con una trasparenza incrementata dalla disponibilità di dati e immagini 3D dei singoli avanzamenti;
  • una tracciabilità nel tempo dei dati progettuali e decisionali con immediata disponibilità del manuale gestionale dell’opera (la documentazione cosiddetta as built) sempre aggiornato con ricadute di efficienza sui controlli tecnico-amministrativi e sui piani di manutenzione (ordinaria e straordinaria) durante il ciclo di vita.

di Aldo Norsa

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