Alchemilla è un’affascinante B&B collocato sulle montagne della Valle d’Aosta. L’edificio, immerso nella natura a 1.630 m, è stato interamente progettato dall’arch. Tiziana Monterisi, seguendo i principi della bio-architettura e realizzato con i materiali naturali Ricehouse, permettendo così agli ospiti di soggiornare in un ambiente sano e privo di formaldeide, in cui rigenerarsi, vivendo una sensazione di profondo comfort e naturalità.
La costruzione portante, così come lo scheletro dell’edificio, sono realizzate in legno, quindi con materiale rinnovabile. La paglia di riso è stata utilizzata per la coibentazione, sia per le pareti verticali, interne ed esterne, sia per l’isolamento controterra sia per il tetto. Gli intonaci interni sono a base calce e lolla o argilla e pula, mentre quelli esterni sono a base di calce e lolla.
Alchemilla è un edificio a energia zero: l’attenzione progettuale e la scelta dei materiali 100% naturali, supportate da soluzioni tecnologiche all’avanguardia, hanno dato vita a un edificio che non ha bisogno di energia, senza sacrificare design e cura del dettaglio.
Si tratta di un’architettura che non impatta a livello ambientale: non emette CO2, ma anzi la compensa grazie all’impiego dei materiali che compongono l’intero edificio e che, essendo biocompostabili e biodegradabili, arrivati a fine vita non andranno a impattare sull’ambiente.
Tutte le imprese che hanno realizzato il progetto sono locali, proprio per supportare e sostenere l’economia del territorio. Alchemilla si sviluppa su due livelli: al piano terra il B&B, di sole 3 stanze, mentre al piano superiore vivono i proprietari, Giulia – osteopata – e Hervè – guida alpina e maestro di sci – insieme ai loro 4 figli.
Il progetto in parte si può definire anche di autocostruzione. Ricehouse ha accolto questa specifica richiesta del committente, fornendo tutto il supporto tecnico necessario, così l’isolante in paglia di riso e gli intonaci sono stati posati da Giulia, Hervè e dai loro amici e familiari.
Building Information Modeling per il progetto
La fase progettuale è stata elaborata con metodologia Bim così da “costruire” l’edificio prima della sua realizzazione fisica. Il modello virtuale e la collaborazione di tutti gli attori coinvolti nel progetto hanno permesso al team di lavorare tutti assieme su un unico modello ottenendo flussi di lavoro ottimizzati, agevolando il coordinamento di tutta la fase di realizzazione dell’opera, riducendone gli errori e ottenendo risultati finali migliori.
La scelta di utilizzare la tecnologia Bim ha reso più agevole il controllo dei requisiti prestazionali ad alta efficienza, la riduzione al minimo degli sprechi e il consumo di materiale, oltre a migliorare la collaborazione, ottimizzare la condivisione dei dati e ridurre notevolmente i tempi di progettazione.
Il cantiere
Il progetto è nato su un terreno vergine. La prima fase è stata quella di effettuare i tracciamenti, gli scavi e gli allacci dei sottoservizi necessari (allaccio elettrico, idrico, fogna). L’edificio, come dicevamo, si compone di tre piani e quello interrato è stato realizzato in cemento armato ed è stato destinato a locali tecnici e deposito. Il piano terra è stato destinato ad attività di accoglienza (B&B Alchemilla) mentre il piano primo ospita l’abitazione dei proprietari.
Le pareti divisorie del piano terreno sono state realizzate a telaio con coibentazione in paglia di riso per migliorare l’isolamento acustico. Il solaio verso il piano interrato è realizzato con struttura delle travi in cemento armato tamponato con sistema a telaio in legno e coibentato in paglia di riso.
La struttura fuori terra, totalmente ingegnerizzata prima della posa, è stata realizzata in opera senza ausilio della prefabbricazione. La struttura si compone di parete verticali e copertura a telaio coibentati in paglia di riso. Esternamente è stato applicato sulla paglia un intonaco termico alleggerito in calce e lolla di riso, finito con intonachino in calce. La copertura è stata rifinita con lose in pietra ha una camera di ventilazione di 8 cm.
Le strutture lignee esterne sono state trattate con protettivi naturali al fine di proteggerle dalle intemperie. Internamente, dopo la realizzazione degli impianti, sono state realizzate contropareti con lastre di argilla rifinite con intonachini a base terra.
L’energia necessaria per i carichi termici invernali e per la produzione di acqua calda sanitaria deriva da un impianto a pellet posizionato dei locali interrati. Non è stato necessario predisporre un sistema di raffrescamento estivo in quanto le caratteristiche estive dell’involucro, come sfasamento e inezia termica, uniti alla ventilazione naturale, consentono un mantenimento delle temperature costanti. Le doghe in larice in esterno, che cingono i balconi, consentono di regolare l’apporto solare nella fase estiva.
I serramenti sono in triplo vetro con telaio in legno di larice. Le pitture interne e i protettivi per le parti in legno sono di origine naturale.
Arch. Tiziana Monterisi | Abitare naturale
«Abbiamo pensato a un involucro architettonico che potesse essere inserito con naturalezza nel contesto che lo circonda. Uno spazio in cui le persone, che passano del tempo al suo interno, si possano sentire accolte da un alto grado di comfort ma soprattutto, possano sentirsi parte di un sistema circolare dove uomo e natura sono in armonia. All’interno di una proposta turistica, è fondamentale che non solo i servizi offerti, ma che anche le strutture stesse rispettino l’ambiente e la natura, seguendo I dettami della bioedilizia. Si tratta di un’architettura che non impatta a livello ambientale: non emette CO2, ma anzi la compensa grazie all’impiego dei materiali che compongono l’intero edificio e che, essendo biocompostabili e biodegradabili, arrivati a fine vita non andranno a impattare sull’ambiente. Un habitat senza agenti inquinanti migliora sensibilmente la qualità della vita e, grazie anche a un sapiente uso di luci, colori e texture, è possibile ridurre notevolmente il livello di stress, migliorando umore e proattività. La costruzione portante, così come lo scheletro dell’edificio, sono realizzate in legno, quindi con materiale rinnovabile. La paglia di riso è stata utilizzata per la coibentazione, sia per le pareti verticali, interne ed esterne, sia per l’isolamento del controterra e del tetto. Tutti gli intonaci interni sono a base calce e lolla o argilla e pula, mentre quelli esterni sono a base di calce e lolla».
Chi ha fatto Cosa
- Committenti privati | Giulia Perolini, Hervè Jaccond, Gressoney
- Progettista | Geom. Massimo Rinaldi, Gressoney
- Progettista esecutivo | Tiziana Monterisi Architetto, Andorno Micca; collaboratore, Arch. Francesco Bordogni, Biella
- Progettista strutture | Ing. Gianluca Guglielmetti, Aosta
- Coordinatore della sicurezza, progettista energetico | Geom. Andrea Mantovani
- Impianti | Geom. Giuseppe Salpietro, Tollegno
- Impresa edile | Bertero Costruzioni ssnc, Gressoney
- Impresa struttura in legno | Bonelli Legnami, Cuneo
- Serramenti + altre parti in legno | Roberto Perolini, Gressoney
- Elettricista | Luca David, Gressoney
- Idraulico | Ivan Rial, Gressoney
- Foto | ©Barbara Corsico e ©Tiziana Monterisi.
Chi ha fornito Cosa
- Rivestimento di facciata | Intonaco di calce Rh100 e 200 Ricehouse
- Pavimento | Struttura in legno, Bonelli Legnami + RH-L + RH-P + RH310 Ricehouse
- Porte e Finestre | Roberto Perolini
- Copertura | struttura in legno, Bonelli + RH-L + RH-P Ricehouse
- Arredamento interno | Roberto Perolini.