La porzione di territorio interessato dall’intervento di realizzazione del percorso naturalistico Rosa Canina nel Comune di Castiglione D’Adda è caratterizzato da un susseguirsi di contesti ambientali con connotati fortemente differenti tra loro. La mutazione continua del paesaggio con un impatto visivo evidente, la conservazione delle biodiversità e dei patrimoni genetici presenti nell’area, sono diventate il centro concettuale dell’idea progettuale.
Il percorso si snoda all’interno del Parco regionale dell’Adda Sud e collega i comuni di Bertonico, Montodine e Castiglione d’Adda con l’attracco sul fiume Adda in località Vinzaschina, il Centro visite e, soprattutto, il percorso esistente posto a sud proveniente da Castelnuovo Bocca d’Adda, per un totale di 6 km assecondando terreni agricoli, emergenze naturali e antropiche costituite da canali, infrastrutture viarie e boschi, all’interno dei quali dimorano una molteplicità di ecosistemi caratterizzati da fauna specifica.
Nel primo tratto il percorso pianeggiante affianca i fondi agricoli caratterizzati per lo più da colture stagionali che ne modificano naturalmente colori e impatto vegetazionale.
In prossimità del torrente Muzza il percorso naturalistico Rosa Canina attraversa alcune aree coltivate con filari di pioppi posizionati a distanze regolari e allineati fra loro, ormai abbandonate, ben riconoscibili poichè diffuse ormai in tante zone della pianura, con un consolidato habitat costituito, divenuto territorio adatto alla conservazione e alla riproduzione di specie animali e vegetali tipiche delle aree di bonifica.
La Riserva naturale Adda Morta, nonostante la presenza della strada statale SS591, è sicuramente l’area più suggestiva caratterizzata da specchi d’acqua con geometria non regolare circondati da una fitta vegetazione che sembra gareggiare per raggiungere le altezze più illuminate e presentano specie vegetali tipiche dell’ambiente palustre quali la cannuccia di palude, il coltellaccio, la tifa, il tabacco di palude e l’iris giallo. Al di fuori delle aree di canneto vivono nuclei di lenticchie d’acqua, di morsi di rana, di nannufero e di azolla caroliniana. Tra gli anfibi si segnalano il tritone crestato (molto raro), il rospo comune, la raganella e la rana agile. Frequenti sono la rana di Lataste e la rana verde; tra i rettili, il ramarro e la lucertola delle muraglie, il biacco, la biscia dal collare. Si procede poi lungo il sedime di vecchi sentieri agricoli attraversanti territori a geometria variabile dipendente per la presenza dei canali irrigui o dei frazionamenti effettuati nel tempo per sancire le diverse proprietà.
Il tratto che collega il percorso naturalistico con la Ciclovia del Po è attualmente utilizzato come collegamento stradale di un nuovo quartiere realizzato negli ultimi anni del secolo scorso; paesaggisticamente poco interessante presenta recinzioni, cancellate, case senza particolare pregio architettonico e strutture produttive poco compatibili con l’ambiente circostante.
Il Cantiere
Le aree di cantiere dislocate lungo il percorso sono state approntate con tutte le recinzioni necessarie a isolare le attività costruttive dai possibili attraversamenti sia pedonali-ciclabili che motorizzati al fine di mettere in sicurezza le aree di lavoro.
La pista ciclopedonale. Lungo l’intero percorso sono state realizzate oltre ai nuovi tratti di pista, la chiusura delle buche con spandimento di ghiaia e pietrisco rullati per livellare meccanicamente e adeguare le pendenze all’utilizzo della pista da parte di pedoni e ciclisti, l’integrazione dello strato superficiale di strade sterrate rurali con calce e cemento e la sistemazione della massicciata operando sullo strato di sottofondo. I nuovi tratti sono stati realizzati rifacendo completamente il solido stradale, al fine di stabilizzare il percorso eliminando le sconnessioni, con materiali come la terra battuta, coerenti ai luoghi attraversati e gli esistenti sentieri agricoli.
Le passerelle e le canalizzazioni dei piccoli canali irrigui. A completamento delle opere, due passerelle, una sulla roggia Spagna e una sul canale Muzza, la creazione di una piazzola di sosta, oltre ad alcuni tombotti in calcestruzzo vibro-compresso delle dimensioni pari a quelle dei canali irrigui di piccola portata, con barriera metallica per la sicurezza in prossimità del ponte. I raccordi con il fondo dei canali è realizzato con massi ciclopici che nel tempo, rivestendosi di verde, scompariranno alla vista; un cordolino in calcestruzzo servirà da contenimento della pavimentazione in calcestruzzo.
L’attraversamento della roggia Spagna, di larghezza massima tre metri, è situato a pochi metri dalla strada provinciale (ex Ss591) e realizzato con travi parapetto in acciaio Corten. Dello stesso materiale la struttura della passerella sul canale Muzza dalle geometrie variabili composte da linee spezzate che richiamano la frammentazione del territorio da parte dei solchi naturali o artificiali realizzati nel tempo dall’uomo ai fini irrigui; la superficie piena dei parapetti, calcolati strutturalmente in modo da minimizzare la massa rispetto alle esigenze statiche è plasmata e alleggerita in modo da ottenere una trasparenza evocativa rispetto ai chiaroscuri del sottobosco e alle variazioni di luce che traspaiono tra gli arbusti che crescono naturalmente lungo le scarpate.
Il nuovo attracco. Da un punto di vista ingegneristico, di notevole interesse è lo spostamento dell’attracco dalla località Tenuta del Boscone alla nuova area attracco in località Vinzaschina, dove il percorso naturalistico nel comune di Castiglione d’Adda diventa accessibile anche tramite un collegamento fluviale.
L’attracco è costituito da una un’unità natante di circa 10 ml di lunghezza collegata a terra tramite due passerelle con struttura tubolare di ferro a doppia capriata di sostegno lunga 21 m e larga 1,20 m con ringhiere a forma di arco e montanti alti 1 m, il piano di calpestio è in lamiera stirata, che oltre a fungere come collegamento fra la chiatta e l’argine, svolgono il compito di vincoli a terra garantendo l’uso della chiatta al variare del livello del fiume. Le geometrie e le caratteristiche meccaniche sono state verificate tenendo conto dell’escursione del livello dell’acqua, la velocità delle portate di piena, il trasporto dei materiali solidi e le azioni previste e prescritte dalla normativa vigente.
La nuova realizzazione riguarda le opere a terra quali i due plinti di fondazione in calcestruzzo armato, sui quali fissare le ralle il cui ancoraggio permette alle passerelle di adeguare l’inclinazione seguendo sia il movimento verticale che rotazionale, al livello del fiume, la rampa di accesso a queste ultime, la bitta ancorata a terra per mezzo di un micropalo, a nord delle fondazioni, dove l’argine risulta più alto. Il vantaggio di un sistema autoequilibrante a parallelogramma, come quello formato dalle due passerelle, la chiatta e i plinti a terra, sono molteplici.
Il pontile si autoregola in base al livello del fiume senza continue manovre ai verricelli, come accade per i pontili ancorati a terra da funi; è idoneo anche per piccole navi passeggeri e, adagiandosi sempre alla sponda, non costituisce mai un ostacolo alla navigazione, a differenza dei pontili a traslazione verticale realizzati con pali infissi nel fiume e risulta avere un impatto visivo limitato.
L’ancoraggio a terra è realizzato dalle due passerelle, che garantiscono una robustezza molto superiore al collegamento con funi, che, in caso di piena, subiscono enormi sollecitazioni. In caso di necessità, agendo sulla cima collegata alla prua della chiatta, si può allontanare quest’ultima dalla riva, permettendo di staccare, senza l’intervento manuale, eventuali rami od oggetti che si impigliassero alla chiatta galleggiante. Qualora l’attracco installato in un certo luogo, come avvenuto in questo caso, non fosse più consono o conveniente all’uso previsto, sarà sufficiente togliere le viti di collegamento tra le due passerelle e la chiatta, per poterle spostare e riposizionare altrove; dal punto di vista visivo sulla sponda resteranno solamente i due plinti di fondazione.
Il costo di manutenzione di questo tipo di attracco è pressoché nullo, in quanto si dovrà provvedere esclusivamente alla lubrificazione periodica delle ralle e delle cerniere. Una rampa, opportunamente protetta da barriere metalliche, consente di raggiungere la quota di accesso alle passerelle, posta a circa 150 cm da piano di calpestio.
Gli interventi
- Risarcitura e livellamento meccanico del manto dei sentieri agricoli attraverso il riempimento delle buche con spandimento di ghiaia e pietrisco rullati.
- Adeguamento delle pendenze dei percorsi esistenti.
- Realizzazione di nuovi tratti di pista ciclopedonale.
- Realizzazione di due passerelle metalliche di attraversamento del canale muzza e roggia spagna.
- Realizzazione di tombotti in calcestruzzo vibro-compresso al fine di canalizzare i piccoli canali irrigui esistenti.
- Realizzazione di nuovo attracco fluviale con la ricollocazione dei due bracci metallici di ancoraggio alla terra ferma e rimozione dell’esistente struttura a terra.
Chi ha fatto Cosa
Committente: Comune di Castiglione D’Adda, ufficio tecnico arch. Elena Milani, geom. Marco Uggeri; Parco Adda sud
Progettista: ing. Sebastiano Moioli, progettazione strutturale, direzione lavori e coordinamento sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione
Impresa esecutrice: Ceis srl