Osservando dall’alto a Bologna lo spazio urbano, le strade e le piazze dell’ex-ghetto ebraico delimitato tra le vie Rizzoli, Zamboni, Marsala e Oberdan, attraverso un processo di sintesi grafica si ottiene una mano aperta. Nello specifico, la mano diventa il simbolo delle cose fatte a mano, dell’artigianato di qualità, che rappresenta la vocazione delle attività che nel tempo hanno caratterizzato quest’area. Quella mano è anche la mano aperta, simbolo ebraico, conosciuto come «Mano di Miriam», collegato ai cinque libri della Torah.
Lo scopo di questo «progetto rigenerativo», oltre a valorizzare, promuovere ed aumentare l’attrattività delle zone prescelte, è quello di sensibilizzare le persone al rispetto dei luoghi. Il progetto è curato da Roberto Maci e Francesco Bettelli e promosso dal comune di Bologna, Quartiere San Vitale e Urban Center Bologna.