Il concetto di economia circolare risponde alla necessità non più rimandabile di crescita sostenibile e per questo occorre accelerare il percorso verso la fine del vecchio modello produzione–consumo–smaltimento.
La produzione e i consumi mettono sotto stress le risorse mondiali e l’ambiente, causando negli anni effetti drammatici sulla biodiversità e provocando un processo che è divenuto ormai insostenibile.
Pensare circolare significa imitare il comportamento della natura, in cui non esiste il concetto di scarto e ogni elemento diviene un input per un altro processo.
È proprio quest’ottica che diverse realtà aziendali e imprenditoriali si pongono come obiettivo una visione sistemica, volta a ripensare il modo in cui disegniamo i nostri prodotti e processi per eliminare tutte le possibili esternalità negative, favorire l’utilizzo circolare dei materiali e rigenerare il sistema naturale.
Noi, come molte aziende, ci siamo. Ma occorre rafforzare con urgenza le sinergie tra il sistema produttivo e quello istituzionale a livello italiano e comunitario per una vera e definitiva svolta.
Il sistema è pronto perché le direttive europee già impongono regole chiare per la tracciabilità dei materiali, per il corretto riutilizzo e riciclaggio e le imprese con un sistema di gestione della qualità certificato sono sempre più numerose. Tutto ciò mette in luce uno scenario imprenditoriale attento alla sostenibilità, all’ambiente e al rispetto delle norme di salute e sicurezza dei lavoratori.
Diventano fondamentali il monitoraggio dei processi, la formazione e la qualifica del personale preposto al controllo degli stessi. L’economia circolare è in grado di coinvolgere trasversalmente macro ambiti diversi: risorse, materiali, tecnologie e città; il flusso di nuove idee e progettualità è il motore per opportunità economiche ed occupazionali, superando le sfide politiche, economiche e sociali si possono generare modelli imprenditoriali innovativi e l’utilizzo delle certificazioni è un supporto per raggiungere risultati importanti.
di Fabrizio Capaccioli, managing director Asacert