Anie Rinnovabili >> ha posto l’attenzione sul pericolo di «rischio per gli investimenti esteri» lanciando l’allarme sulla credibilità del Paese verso gli investitori.A fronte delle prime bozze del decreto «spalma incentivi», Anie Rinnovabili esprime forte preoccupazione per un intervento retroattivo con effetto sui contratti già stipulati tra investitori, consumatori, produttori di energia e Stato nel settore degli impianti fotovoltaici. Il decreto impatta negativamente anche sulle numerose pmi che hanno deciso di investire (nonostante il momento di crisi finanziaria) nella produzione di energia pulita come rilancio della competitività e rischia di far proliferare i contenziosi.
Emilio Cremona | Presidente Anie Rinnovabili
«Il governo non ha preso in considerazione le proposte del settore di introdurre misure finanziarie alternative (bond) che avrebbero ridotto gli oneri gravanti sulla bolletta elettrica senza andare ad incidere sui contratti in essere. Con questo decreto, in via definitiva, si rischia di minare la credibilità del Paese verso gli investitori anche esteri. Chiediamo al Governo una revisione del decreto, introducendo i necessari correttivi senza toccare i contratti in essere. Occorre approfondire ulteriormente le altre possibilità che si hanno per ridurre il costo della bolletta. Siamo convinti che si possa trovare insieme a Confindustria una soluzione condivisa che non generi incertezza ma sviluppo economico per il bene del Sistema Paese».
Anie Confindustria | Con 1.200 aziende associate e 425mila occupati, rappresenta il settore più strategico e avanzato tra i comparti industriali italiani, con un fatturato aggregato di 63 miliardi di euro (di cui 29 miliardi di esportazioni). Le aziende aderenti ad Anie Confindustria investono in ricerca e sviluppo il 4% del fatturato, rappresentando più del 30% dell’intero investimento in R&S effettuato dal settore privato in Italia.