Ispirato dalla geometria della pannocchia di mais, il padiglione messicano è progettato dall’architetto Francisco Lopez Guerra Almada con la collaborazione dello chef Jorge Vallejo e il biologo Juan Guzzy, ingegnerizzato da Favero e Milan e realizzato da Nussli Group. Nel suo complesso sviluppa le dimensioni di circa 13 m di larghezza per 70 m, per un’altezza massima del piano di copertura di circa 14 m dal piano campagna. La struttura del padiglione occupa un’area di quasi duemila m2. La scelta di trarre ispirazione da questa pianta non è casuale: il mais è uno dei cereali più coltivati nelle zone dell’America Latina e rappresenta una delle forme di sostentamento più comuni sia per l’alimentazione umana, sia per quella animale.
Dapprima si è realizzata una fondazione superficiale costituita da un reticolo di travi continue di dimensione variabile in funzione dei carichi. Sulle travi in calcestruzzo armato sono state ancorate le colonne in acciaio a sostegno della struttura e a sostegno della pelle esterna.
La larghezza delle travi di fondazione è 2 m, 1.5 m o 1.2 m, oltre ad alcuni cordoli di collegamento. L’altezza delle travi è circa di 1.3 m, e sotto il piano di appoggio uno strato di magrone di circa 1 m di spessore permette di raggiungere lo strato granulare che garantisce la portanza richiesta.
La struttura in elevazione è completamente in acciaio; i principali solai sono in legno. L’edificio si sviluppa su 6 piani e due blocchi principali. Il blocco nord, verso il decumano, ha 2 piani al livello + 5.00 m e + 9.00 m; il blocco sud ha 4 piani al livello + 3.00 m, + 7.00 m, + 11 m e + 14.00 m. Un sistema di rampe collega tra loro i livelli dei due blocchi, ogni rampa supera un dislivello di 2 m.
Le strutture verticali sono colonne in acciaio di sezione circolare con diametro di 355.6 mm e archi in tubo d’acciaio con diametro di 406 mm. Le strutture orizzontali sono composte da travature in acciaio tipo cellular beams, travi ad anima piena Ipe400 e una trave rettangolare ottenuta per saldatura di lamiere spessore 12 mm. I solai sono stati realizzati in legno: costituiti da pannelli portanti coibentati Lignum k hanno uno spessore massimo di 155 mm e risultano appoggiati al lembo superiore delle travi e fissati da sotto mediante viti da legno.
La facciata esterna è una membrana con trama fitta, ombreggiante, sagomata in modo da richiamare la geometria delle foglie; il telaio che le sorregge è ottenuto mediante tubi calandrati diametro di 355 mm sul perimetro e irrigidito da traversi in tubo di acciaio. Queste strutture sono collegate ai solai per sostenere la spinta del vento. Nello specifico, la membrana interna è doppia, di tipo Etfe (670 mq) e costituisce la chiusura trasparente ai vari piani. Esternamente è di tipo Ferrari Stamisol Ft381 abbinate per formare le 19 macro foglie (2.500 mq).
Gli impianti del padiglione comprendono una cabina di trasformazione da 630 kVA e un sistema quadristico di protezione comando per tutte le reti distribuite di forma motrice e per illuminazione. Il sistema è inoltre integrato di un sistema di supervisione che monitora gli impianti meccanici di ventilazione e inoltre gestisce e controlla i sistemi di illuminazione a Led.
Gli impianti meccanici comprendono l’utilizzo di roof-top idronici con terminali di ventilazione dislocati in tutte le aree ai fini della climatizzazione e trattamento aria. Infine è presente un sistema di telecomunicazioni costituiti da access point che consentono l’interfaccia ad alte prestazioni con i servizi informatici forniti da Expo.
IL CANTIERE
Paese: Messico
Tema: Il seme per il nuovo mondo: alimenti, diversità, patrimonio
Progettazione architettonica: architetto Francisco Lopez Guerra Almada
Progettazione strutturale: F&M Ingegneria
General contractor: Nussli Group