Il progetto Equilatera ha avuto origine dalle tesi di laurea di tre studenti del Politecnico di Milano: Vito Iovino, Luca Scandella e Cristina Savoldelli hanno infatti sviluppato il progetto esecutivo e sperimentale, coordinati dall’ing. Marco Imperadori, relatore della tesi e dai tutor ing. Graziano Salvalai e arch. Valentina Gallotti.
Equilatera
Consiste in un’originale struttura lignea concepita con una forma triangolare, realizzata con scarti di legno lamellare Crosslam in forma di aste intervallate e avvitate fra loro.
Il gioco di alternanza fra vuoto e pieno, sostanza e trasparenze, dà vita ad un piccolo padiglione montato per la prima volta a Lecco, presso la scuola edile Espe, e in seguito ulteriormente sviluppato in collaborazione con Farm Cultural Park di Favara (Agrigento), per essere installato nel cuore del centro storico del piccolo borgo siciliano, oggi diventato un polo di sperimentazione culturale la cui fama ha oltrepassato i confini nazionali.
Farm è un progetto di riqualificazione urbana, orientato allo sviluppo di un cambiamento socio-culturale, nato cinque anni fa dalla visione dei professionisti, Andrea Bartoli e Florinda Saieva per far rivivere il borgo siciliano di Favara.
La filosofia che sottende il progetto di Equilatera, ovvero l’impiego del materiale ligneo di scarto in grado di offrire ancora un grande potenziale tecnico ed estetico, si sposa perfettamente con gli obiettivi di Farm, mirati a generare un cambiamento che sviluppa valore e migliora lo stile di vita della comunità
Il modulo Equilatera
È costituito dunque da una struttura principale portante in legno lamellare su cui è collocata una struttura lignea secondaria e su di essa fissate le lastre in vetroresina Elyplast di Brianza Plastica (co-sponsor del progetto), che offrono protezione dalle intemperie, lasciando filtrare una piacevole luce naturale. Il colmo metallico applicato sul vertice superiore, contribuisce ad attivare la ventilazione naturale zenitale. La struttura è sollevata da terra e rivestita sulla bassa sporgenza lungo uno dei due lati chiusi con ceramiche di Caltagirone.