L’ing. Bruno Finzi, presidente della Commissione Strutture dell’Ordine degli ingegneri di Milano, così ha commentato il terremoto delle ultime ore con epicentro tra Umbria e Marche.
«Mettere in sicurezza un paese come l’Italia per far fronte ad eventi sismici che possono colpire tutto il suo territorio non è facile come dirlo. La prima cosa da fare è la diagnosi del patrimonio edilizio esistente; molto purtroppo è stato costruito in fretta e male nel dopoguerra fino agli anni ’70.
Questa prima diagnosi deve essere finalizzata a indicare quando e come è stato pensato/progettato e costruito un edificio, se in anni successivi alla sua edificazione si è intervenuti di nuovo a modificare, ampliare o indebolire la struttura dell’edificio stesso e se ne sono state modificate le condizioni di uso previste in origine.
Si è parlato molto negli ultimi 15 anni del cosiddetto libretto del fabbricato che ha visto diverse false partenze e principalmente, per quanto è stato fatto finora, ha coinvolto amministratori di condominio e geometri. È fondamentale far capire ad amministrazione e politica che gli ingegneri civili sono gli unici che possono fornire questo tipo di diagnosi e ricostruire quanto serve dal punto di vista strutturale.
Dopo questa diagnosi iniziale è necessario approfondire attraverso un’analisi di vulnerabilità sismica il comportamento del complesso strutturale sia per i carichi verticali, sia soprattutto per i carichi orizzontali dedotti dalle accelerazioni sismiche la cui mappa è ufficiale, consolidata e recepita da tutte le Regioni italiane.
Se pensiamo che dopo il crollo della scuola di San Giuliano nel 2003 è stata emessa un’ordinanza del Governo che rendeva obbligatoria quest’analisi per tutti gli edifici strategici, e che a oggi questa analisi è disponibile per poco più del 50% degli edifici pubblici di questo tipo, ci rendiamo conto di quanta strada ci sia ancora da fare per l’immenso patrimonio privato esistente in Italia; si tratta di circa 30 milioni di immobili esistenti di cui circa la metà edificato nel periodo critico tra il 1945 e il 1980!
È necessaria un’azione forte e coraggiosa volta a evitare la caccia alle streghe e la conta dei morti che ogni quattro anni, in corrispondenza di un evento sismico, siamo abituati a vivere in Italia».