Anche i vertici della Rete delle Professioni Tecniche (Rpt), composta da ingegneri, geologi, geometri, architetti, periti industriali, periti agrari e chimici, si sono riuniti per commentare le iniziative proposte dal Governo a seguito del Consiglio dei ministri. Intanto hanno anticipato che nei prossimi giorni sono previste ulteriori iniziative da parte di Rpt tra cui l’assemblea dei presidenti che individuerà i nuovi passi da compiere nella direzione di un patto di collaborazione con il Paese, quello che vogliono i professionisti italiani, nel segno della più ampia sinergia tra le istituzioni, i cittadini, gli esperti dell’edilizia e del territorio.
Armando Zambrano | Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri e coordinatore Rpt
«Prendiamo atto ed esprimiamo apprezzamento per l’impegno assunto dal governo di avviare subito un Piano di Prevenzione del Rischio Sismico che interessa l’intero Paese, così come richiesto in numerose occasioni e con specifici accurati documenti dalla Rete Professioni Tecniche. È però evidente che un piano di tale importanza e che rappresenta la più importante “infrastruttura” di cui ha bisogno l’Italia ha necessità inevitabilmente di una conoscenza più precisa dello stato di sicurezza dei fabbricati, anche per poter programmare seriamente modalità e tempi di esecuzione nonché le inevitabili priorità d’intervento. Per questo è fondamentale prevedere il fascicolo del fabbricato che contiene tutte le informazioni necessarie sugli aspetti che riguardano la stabilità e la sicurezza ai fini della protezione, soprattutto, dagli eventi sismici.
Su questo tema le professioni tecniche hanno già avviato studi e approfondimenti che possono mettere a disposizione del governo. Apprezziamo anche la citazione in occasione della conferenza stampa del presidente Renzi in merito agli ordini professionali, soggetti importanti per l’organizzazione del piano di prevenzione, riconoscendo loro la fondamentale funzione sussidiaria allo Stato.
È evidente, però, che vigileremo affinché gli impegni vengano concretizzati con provvedimenti in tempi brevi».
Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri e consigliere Rpt
«Il piano nazionale di prevenzione del rischio sismico, strumento caratterizzato da una spiccata azione interdisciplinare, dovrà essere approntato con un ruolo attivo dei cittadini, supportati dai loro professionisti tecnici, adeguatamente reso praticabile da misure economiche che lo rendano attuabile e sostenibile. Inoltre con strumenti operativi che prevedano non burocrazia ma sussidiarietà, non esasperanti passaggi autorizzativi ma concreti contenuti con diretta assunzione di responsabilità, norme semplici e prontamente applicabili, chiari indirizzi di programmazione e infine rigorosi controlli».
Francesco Peduto | Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi e consigliere Rpt
«Affinché si possa progettare davvero in modo ottimale e in sicurezza gli edifici è prioritario indagare e conoscere dettagliatamente i terreni su cui poggiano, perché spesso la differenza tra ciò che crolla e ciò che resiste è data proprio dalle caratteristiche e dal diverso e disomogeneo comportamento dei terreni di fondazione e dalla loro capacità di non amplificare l’accelerazione sismica, generando i cosiddetti effetti di sito. E a proposito di conoscenze geologiche indispensabili constatiamo con disappunto che a oggi non è stata ancora completata la cartografia geologica del territorio italiano (iniziata nel 1988) e che gli studi di microzonazione sismica dei comuni italiani procedono con affanno e grande lentezza».
Giuseppe Cappochin | Presidente Consiglio Nazionale Architetti e consigliere Rpt
«Che si possa immaginare si sia alla vigilia di una stagione nuova nelle modalità di approccio alle conseguenze che derivano da un terremoto devastante come questo è testimoniato da quanto emerso dall’incontro tra il Premier Renzi e l’architetto e senatore a vita Renzo Piano: intervenire sul rammendo del tessuto fisico e sociale ma anche predisporre strumenti concreti come il bonus-casa. Gli architetti da sempre propongono un approccio soft, rispettoso del dolore e della sofferenza di quanti hanno perduto tutto, accompagnato dall’uso di materiali tradizionali, come il legno, più vicini alla cultura e alla storia di quei borghi e di quelle valli di cui non deve assolutamente essere persa l’identità, anche rendendo obbligatoria la sicurezza degli edifici vincolati e di interesse storico artistico, patrimonio della Nazione, al fine di non far spazzare via secoli di storia per una deficitaria ed errata prevenzione antisismica».