Assegnato a Berlino il «Gran premio internazionale di architettura BigMat 2015». Il primo classificato in questa seconda edizione del concorso BigMat >>, che si aggiudica la medaglia d’oro e il premio di 30mila euro, è il progetto Zamora Offices dell’architetto spagnolo Alberto Campo Baeza >>. Lo studio Pedevilla Architects >> di Brunico (Bz) ha vinto il premio nazionale Italia, mentre la menzione «Speciale giovani architetti» va allo studio francese a+ samuel delmas architectes I urbanistes >>.
Giuria e premiazione. La struttura realizzata a Zamora, in Spagna, dal team di architetti guidati da Alberto Campo Baeza, è stata selezionata dalla giuria fra 750 progetti presentati da 6 paesi europei (Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca e Spagna) e fra i 18 finalisti che hanno partecipato alla cerimonia di premiazione presso l’antica latteria Bolle Festsäle a Berlino. A premiare i vincitori è stato la presidente di BigMat International, Claude Coutant, insieme al presidente della giuria e ad un giurato per ogni paese.
La giuria internazionale, presieduta da Jesús Aparicio e composta dal segretario Jesús Donaire insieme a Olivier Bastin (Belgio), Martin Rajnis (Repubblica Ceca), Antonio Ortiz (Spagna), Henry Ciriani (Francia), Francesco Dal Co (Italia) e Manuel Aires Mateus (Portogallo), ha premiato il progetto spagnolo apprezzandone «il corretto atteggiamento nel risolvere un programma attuale, che ha saputo combinare in maniera saggia la contemporaneità e la rispettosa comprensione di ciò che già esisteva». L’Office di Zamora, sede del Consiglio consultivo della comunità di Castiglia e Leon è stato infatti costruito di fronte all’antica cattedrale di Zamora, integrando l’architettura essenziale di Alberto Campo Baeza con l’architettura storica della città.
Premio italiano. Per l’Italia si aggiudica il Premio nazionale e il riconoscimento di 5.000 euro, il progetto «La Pedevilla Pliscia 13 a Marebbe», dello studio Pedevilla Architects di Brunico (Bz). Si tratta di una baita di montagna che raffigura, secondo il rappresentante italiano in giuria, Francesco Dal Co «l’apprendimento, attraverso un processo decantato, di un determinato modello architettonico, quello della baita d’alta montagna. Gli elementi tradizionali quali la copertura inclinata, la galleria coperta che domina il paesaggio o la funzione della finestra protettrice o dello spesso foro che funge da cornice per il paesaggio, sono stati rivisitati in maniera brillante. Perché, come avviene in altre importanti opere architettoniche del passato, questa casa completa il paesaggio, lo riafferma e ne rifinisce la costruzione».
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