Il dato emerge dalle cifre sulla natalità e mortalità delle aziende diffuse da Unioncamere sulla base di Movimprese: lo scorso anno si è arrestata l’emorragia delle imprese, con 31mila chiusure in meno rispetto all’anno precedente e un saldo positivo di 30mila unità.
Il bilancio, di poco superiore alle 30mila unità, è pari ad un tasso di crescita dello 0,51%, più che doppio rispetto al 2013 (+0.21%), e il risultato è stato determinato dalla notevole frenata delle cessazioni (340.261 le imprese che hanno chiuso, 31.541 unità in meno rispetto a quanto avvenuto l’anno prima). Questo è il dato migliore dal 2010 e segnala un’inversione di tendenza nelle attese degli imprenditori.
Secondo i vertici di Unioncamere, al dato positivo dello stop dell’emorragia delle imprese si unisce l’altrettanto importante segnale dal lato delle aperture. Le nuove iniziative infatti, sono state 370.979, risultato considerato insperato anche se inferiore a quello dello scorso anno. Per i vertici di Unioncamere il dato indica l’urgenza di completare le riforme economiche per facilitare l’avvio di nuove iniziative.