Cna durante la design week milanese ha promosso, attraverso un progetto che è stato insieme di dimostrazione e di divulgazione, le possibilità offerte alle imprese associate dalle nuove tecnologie digitali a partire dal Building Information Modeling (Bim) per raccontare la trasformazione digitale nel settore delle costruzioni e dell’arredo.
L’appuntamento del 2019 quando, secondo il decreto Del Rio, diventerà obbligatorio per le grandi opere oltre i 100.000.000 di euro realizzare il progetto in Bim e di conseguenza le maestranze come installatori e impiantisti dovranno saper leggere i progetti Bim e le piccole imprese artigiane dovranno giocoforza aggiornarsi e formarsi in questo senso.
Entrare in una logica di produzione Bim anche per le pmi artigiane e di subfornitura del processo edilizio vuol dire cogliere l’opportunità di riconquistare il valore di mercato per lo più andato perso in questi anni di drastica decrescita economica.
La statistica ci dice che il 75% delle imprese che impiegano il Bim hanno rendimenti positivi sui propri investimenti, con cicli di vita dei progetti più brevi e risparmi sui costi del lavoro di ufficio e dei materiali.
Il convegno [Re]design il nuovo approccio alla progettazione con il BIM. La trasformazione digitale nel design e nella manifattura è stato un primo e significativo step del Sistema Cna che ha fatto il punto su come le pmi devono e possono adeguarsi alla trasformazione digitale in atto attraverso il Bim.
A moderare il convegno Livia Randaccio, direttore della testata tecnica Imprese Edili edita da Tecniche Nuove che ha subito stigmatizzato il focus degli interventi: il Bim non è solo un tool per ridisegnare il prodotto, ma un vero e proprio nuovo paradigma per la gestione d’impresa, da adottare per entrare a pieno titolo nell’economia digitale che caratterizza la realtà produttiva e l’edilizia 4.0.
Nara Bocini | Cna Produzione Nazionale, Portavoce Mestiere Legno
«Le pmi soprattutto in edilizia sono fra le più restie al cambiamento, nonostante le grandi potenzialità e la capacità di adattarsi alle esigenze di ogni cliente e soprattutto di dialogare con gli addetti ai lavori. Il compito di Cna è quello di accompagnare queste aziende verso il nuovo modello organizzativo e produttivo supportandone lo sviluppo tecnologico ed economico».
Francesca Hugony | Ricercatrice Enea per Ibimi
«L’Enea sta studiando un sistema di attestazione delle competenze per l’utilizzo del Bim anche per le imprese artigiane. Il Bim coinvolge tutte le fasi del processo costruttivo di un edificio o di un’infrastruttura e dal 2017 Enea ha risposto a una call europea costituendo un partenariato per un progetto che ha l’obiettivo principale di diffondere il Bim in tutta la filiera, dalle pubbliche amministrazioni alle Pmi e d’individuare per ogni fase del processo Bim le varie competenze specifiche da formare e adottare. Per fare ciò è necessaria fare molta formazione di base e fornire un comune denominatore per le aziende».
QUI le slide dell’intervento
Francesca Lotta | Responsabile commerciale BIMobject Italia
«BIMobejct è la piattaforma digitale che fa da anello di congiunzione tra i progettisti e aziende produttrici. Nel nostro paese già 31000 progettisti – anche studi di piccole e medie dimensioni – operano in Bim e opere per oltre 2 miliardi sono già state realizzate in Bim. La modellazione Bim degli elementi costruttivi rappresenta un vantaggio sia per il progettista – che ha la possibilità di adattare il progetto diminuendo il rischio di errore e quindi abbassando sprechi e consumi – sia per l’azienda che può aggiornare i propri prodotti in tempo reale e soprattutto per la cantierizzazione e manutenzione del prodotto costruito. BIMobjects sta collaborando con il sistema di imprese Cna con l’obiettivo di permettere anche alle piccole aziende di lavorare in Bim e soprattutto di far comprendere loro che l’investimento iniziale per la realizzazione del catalogo digitale in Bim è ripagato dall’aggiornamento costante, automatico e gratuito dei prodotti in catalogo».
Fabio Massimo | Vicepresidente Cna Milano
«In rappresentanza della categoria in sede europea confermo la volontà comunitaria d’introdurre l’utilizzo del Bim in tutte le amministrazioni pubbliche coinvolgendo anche le pmi e le piccole aziende manifatturiere di tutto il territorio italiano che il sistema Cna presidia in maniera capillare».
Arch. Giorgio Schiavini | Dueunostudio Architetti Associati
«Rappresento uno studio di piccole dimensioni che lavora nel territorio e che ha deciso già da tempo di utilizzare il Bim, considerato una vera e propria filosofia di approccio al progetto, uno strumento che serve per migliorare i processi produttivi in tutta la filiera, per risparmiare tempo e risorse e per potersi interfacciare direttamente con l’impresa e i tecnici, (elettricisti, impiantisti, installatori…). Così facendo si può essere concorrenziali sul mercato e diventa fondamentale il dialogo nella stessa piattaforma digitale tra progettista, impresa e maestranze che lavorano alla realizzazione sia essa un progetto ex novo o una ristrutturazione dell’esistente». QUI le slide dell’intervento
Maria Grazia Marchi | Krea
«Krea è la società che ho creato per realizzare tool digitali da utilizzare nei processi Bim. E le pmi non sono escluse da tutto ciò, bensì possono trarre innumerevoli benefici dall’utilizzo del Bim: sviluppare i servizi, definire gli strumenti per farlo, gestire meglio le informazioni e controllare più da vicino il ciclo di vita del progetto, nonché regolare in maniera più efficace i rapporti con la committenza, soprattutto in fase di definizione del progetto».
QUI le slide dell’intervento
Claudio Vettor | Responsabile organizzazione It Unione Artigiani
«Certamente il Bim è una metodologia da tradurre in linguaggio artigiano e non è un’impresa impossibile, grazie anche a organismi come European Digital Sme Alliance, il più grande network europeo per quanto riguarda le piccole e medie imprese che operano nel campo dell’Ict. Il suo rappresentante Guido Sabatini ha ammesso lo scarso indice di digitalizzazione delle aziende operanti nel settore arredo ed edilizia in Europa, ma allo stesso tempo ne ha evidenziato le enormi potenzialità. Il primo step per mettere in atto questa trasformazione digitale è sicuramente una standardizzazione dei processi e delle norme che regolano l’utilizzo del Bim, necessari affinché questo linguaggio diventi open e fruibile da tutti in maniera integrata». QUI le slide dell’intervento